Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)
Il Festival della Bellezza apre con Baudelaire nelle parole di Piperno
«Altro che poeta maledetto, Baudelaire era un conservatore». Alessandro Piperno, autore del romanzo vincitore del Premio Strega del 2012 Inseparabili e di Persecuzione (del 2010, che insieme al titolo premiato dà vita al dittico Il fuoco amico dei ricordi, edito da Mondadori), inaugura la serie di incontri letterari del Festival della Bellezza 2020 al Teatro Romano. L’appuntamento con «L’affaire Baudelaire» è sabato 29 agosto alle ore 18.30 (biglietti da 9,50 euro, www.festivalbellezza.it). «Baudelaire ha una visione fortemente estetizzante dell’esistenza, ma identifica nella bellezza qualcosa di malato, di sofferente e morente. Questa deliquescenza trova piena condiscendenza in un eros morboso – anticipa Alessandro Piperno, evocando la figura del poeta parigino come punto di riferimento della modernità -. È uno dei primi grandi decadenti. I “poeti maledetti” arrivano dopo». Baudelaire viene processato nel 1857 per una poesia ritenuta oscena e lo stesso anno tocca a Flaubert. La poesia incriminata narrava un amore saffico, segno della sua attrazione per tutto ciò che non fosse convenzionale. Non a caso il suo grande amore fu un’attrice creola, «una donna con ambiguità dal punto di vista etnico e che ispirò poesie con echi sadici e masochisti». Ed eccola qui la bellezza lacerante, che non risplende in quanto tale in forma di amore, passione, ispirazione, ma finisce per macerare chi la prova. Lo stesso si verifica nei confronti di sua madre, per cui provò un amore profondo ma inestricabile dal desiderio di vendetta (per aver sposato in seconde nozze il colonnello Aupick, un uomo rigido). «Eppure era un conservatore nella forma, utilizzava il verso alessandrino, nel 1848 partecipò ai moti rivoluzionari ma dalla parte della polizia, odiava la natura e amava l’artificio – continua –. Era un uomo contraddittorio e, contemporaneamente, uno degli uomini più intelligenti dell’800». Nel corso della serata, non mancheranno richiami a Il demone reazionario: sulle tracce del Baudelaire di Sartre (Gaffi) scritto da Piperno nel 2007: «è difficile immaginare qualcuno di più diverso – conclude lo scrittore romano -. Cantore della libertà l’uno e schiavo del suo destino l’altro. Eppure esiste un rapporto di continuità tra questi due giganti». E in chiunque si fermi a specchiarsi nel suo opposto.