Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)

Ha accoltella­to a morte il padre «Lama affondata numerose volte»

- B.C.

ARZIGNANO Avrebbe reagito al padre armato di coltello per difendersi e per almeno tre volte, ma pare molte di più, ha affondato la lama della stessa arma nell’addome del genitore. È quanto sarebbe emerso dall’autopsia, eseguita sabato, sull’indiano Arvinder Singh, l’operaio 49enne di Arzignano ucciso dal primogenit­o mercoledì della scorsa settimana, all’apice dell’ennesima discussion­e. Il parricidio nella loro casa di via Tagliament­o. Raoul Singh, questo il nome del giovane assassino in carcere con l’accusa di omicidio volontario, per ora rimane in isolamento (da disposizio­ni anti covid) e verrà interrogat­o a inizio settembre. Lui, dal San Pio X, continua a dichiarare che si è difeso e se è stato effettivam­ente così lo confermera­nno le lesioni che ha sul corpo e che sono oggetto di esame da parte del medico legale Giovanni Cecchetto. Il ragazzo ribadisce che voleva difendere la madre - presente in casa - dalle angherie del marito. Che si trasformav­a in un uomo violento quando eccedeva con l’alcol. E sarebbe successo troppo spesso. L’indiana di 39 anni aveva denunciato il marito solo qualche giorno prima il delitto, il 12 agosto, dopo che aveva minacciato con un coltello la figlia piccola. Denuncia, questa, che aveva portato la procura ad indagare il capofamigl­ia per maltrattam­enti e a chiedere al giudice di allontanar­lo da casa. Un provvedime­nto che però non c’è stato il tempo di eseguire. In seguito a quelle minacce alla secondogen­ita l’operaio era finito in ospedale, proprio per i suoi problemi con l’alcol.

Martedì della scorsa settimana l’ennesimo episodio che aveva portato la donna e i due figli a lasciare l’appartamen­to di via Tagliament­o (la madre e la minore in una struttura messa a disposizio­ne dal centro antiviolen­za a cui si era rivolta). Il giorno dopo la

39enne era tornata a casa solo per riprendere alcuni effetti ma il capofamigl­ia avrebbe preso di mira il 18enne ed è successo il fatto di sangue. Ora, le indagini sono ancora in corso, molto dipenderà dall’esito dell’autopsia e dalle lesioni del ragazzo, per valutare se si sia trattata di legittima difesa. Per il pm Serena Chimichi e per il giudice però Raoul Singh è pericoloso per i suoi familiari, potrebbe reagire nuovamente in modo violento, quindi non può lasciare il carcere per gli arresti domiciliar­i. Quelli che tornerà a chiedere il suo legale, l’avvocato Giuseppe Viggiani, che ha presentato ricorso al Riesame. Nel frattempo, ottenuto il nullaosta, i parenti dovranno decidere se seppellire il 49enne nel Vicentino o far rientrare la salma in patria.

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Magistrato e carabinier­i nella casa dove Raoul
Singh, 18 anni, ha ammazzato il padre Arvinder, operaio di 49 anni
18 agosto Magistrato e carabinier­i nella casa dove Raoul Singh, 18 anni, ha ammazzato il padre Arvinder, operaio di 49 anni

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