Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)
Apre il Campus E Donadon liquida Rosso
Il fondatore sale al 22,85%. Lunedì 7 settembre s’inaugura il Campus di Ca’ Tron
Il Campus di H-Farm aprirà finalmente il 7 settembre. Nel frattempo la società si attrezza con una manovra di patrimonializzazione da 20 milioni, mentre il fondatore Donadon liquida la quota di Renzo Rosso.
RONCADE (TREVISO) A meno di due settimane dall’avvio delle lezioni nel nuovissimo Campus di H-Farm, la società licenzia un nuovo piano industriale da qui al 2024 e lancia una manovra di rafforzamento patrimoniale. Intanto il presidente e fondatore, Riccardo Donadon, con 4 milioni di euro in due tranche, rileva del tutto
l’11,42% prima appartenuto a Red Circle Investments (la società dell’imprenditore del casual Renzo Rosso) e sale al
22,85%, dunque a una salda posizione di maggioranza relativa, tenendo presente che H-Farm è quotata nel segmento Aim di Borsa Italiana e che il
50,7% è sul mercato. Sono le ultime novità che giungono da Ca’ Tron, il lembo più meridionale della provincia di Treviso a un tiro di schioppo dalla laguna, dove lunedì 7 settembre è previsto il taglio del nastro di un’opera - il Campus, per l’appunto - che insiste su 30 mila metri quadrati e che ha sfidato il Covid e il tempo per arrivare puntuale all’apertura dell’anno scolastico, l’8 settembre, trattandosi di un istituto classificato come internazionale.
Il Consiglio di amministrazione della società, fondata e guidata da Donadon, ha comunicato di voler sottoporre a breve all’assemblea un progetto di patrimonializzazione del valore di 20 milioni di euro, suddiviso in due parti di uguale importo. La prima, con natura di puro aumento di capitale, è articolata in una componente fino a 6 milioni riservata agli investitori qualificati e una di 4 in opzione, dunque con una prelazione riconosciuta ai vecchi azionisti. La seconda consiste in un prestito obbligazionario convertibile, anche in questo caso articolato in un segmento fino a 4 milioni con precedenza a chi abbia sottoscritto l’aumento di capitale, mentre la parte rimanente sarà sempre appannaggio dei «qualificati» di cui sopra ma senza diritto di opzione. Si tratta di una formula intricata ma solo in apparenza. «In realtà è un modello abbastanza comune per operazioni simili in aziende della nostra dimensione – spiega l’amministratore delegato, Alberto Grignolo – e proporre una componente in equity e una di prestito convertibile di eguale peso è un criterio che consente di tutelare da un lato gli interessi dei soci attuali e, dall’altro, di rendere appetibili le nostre condizioni al mercato».
Per quanto riguarda il piano industriale 2020-2024, il Cda lo definisce scorporando le previsioni sulle tre diverse business unit e sulla gestione Corporate. Il segmento «Innovation», cioè i servizi di consulenza alle aziende nei percorsi di digitalizzazione, dovrebbe raggiungere a fine periodo ricavi per 70 milioni, contro i 43 registrati nel 2019. Il fatturato della «Education», cioè il ramo d’azienda che ruota attorno al Campus (rispetto al quale H-Farm non ha partecipazioni, essendo lo stesso in capo per il
60% a Cattolica Assicurazioni e per il 40% a Cassa depositi e prestiti, ma è legata da un contratto d’affitto trentennale) nel
2024 è proiettato a 53 milioni, che si confrontano con i 12 riferiti alle attività di formazione dello scorso anno. Più tiepido sarà invece l’andamento delle attività collegate all’acceleratore d’impresa, dunque il supporto per la crescita delle startup, mentre l’area Corporate non registrerà variazioni sensibili per la durata del piano (ricavi per 3 milioni, Ebitda a
-10 milioni nel 2024). Facendo le somme, a fine quinquennio H-Farm prevede di registrare ricavi per 126 milioni e un margine operativo lordo di 12 (nel 2020 il dato è previsto a -5 milioni, per diventare positivo solo nel
2022). «Personalmente non guarderei al sistema H-Farm sotto la luce di business unit distinte – aggiunge ancora Grignolo - ma come a un unico motore di sinergie fondamentali per rendere un servizio ad un Paese che invecchia e che ha problemi di crescita e di carenza di imprenditorialità giovanile».
A tirare un sospiro di sollievo è anche Riccardo Donadon, il quale parla della chiusura definitiva di «un periodo molto difficile, iniziato nei primi mesi del 2018. Allora H-Farm era nella fase di implementazione del proprio business plan e lo stop di due anni l’ha messa in grande difficoltà operativa e finanziaria». Il riferimento è alla sopraggiunta e imprevista necessità di eseguire una procedura di Valutazione di impatto ambientale (Via), per le potenziali ricadute del cantiere del Campus in un ecosistema particolare come quello di Ca’ Tron. «Ora finalmente abbiamo messo la parola fine e possiamo guardare al futuro continuando a dedicarci alla nostra crescita».
Donadon Finalmente possiamo guardare al futuro tornando a concentrare le energie sulla nostra crescita
Grignolo Ora HFarm è un unico motore di sinergie fondamentali per un Paese che invecchia