Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)
Gavazzi: «Chi vince in serie C spesso vola pure l’anno dopo»
L’augurio dell’ex Vicenza, oggi al Pordenone: «Questa B sarà durissima»
Con il Pordenone ha vinto il campionato di Lega Pro e nella stagione appena conclusa in B è arrivato in semifinale playoff, sconfitto dal Frosinone («Un po’ di delusione c’è stata» precisa). Davide Gavazzi, 34enne centrocampista che in neroverde ha appena prolungato il contratto, ha vestito anche maglia del Vicenza dal 2009 a gennaio 2013. E ai biancorossi neopromossi «svela» i segreti del Pordenone per essere subito protagonisti in B. «Per noi in primis è stato importante il gruppo racconta Gavazzi - siamo rimasti in 7/8 dell’anno della promozione e ci conoscevamo da un po’, poi la conferma di mister Tesser, per cui sapevamo già cosa ci chiede, e infine è stata brava la società, che ha aggiunto giocatori di qualità che si sono inseriti subito. Partendo da un gruppo consolidato abbiamo continuato il lavoro intrapreso».
Un po’ come il Vicenza: gruppo per lo più confermato dopo la promozione, Di Carlo blindato al timone e una società al lavoro per rinforzare la squadra: «È la strada migliore - continua Gavazzi - anche la storia lo dice: chi ha vinto in Lega Pro spesso riesce a far bene anche l’anno dopo. Io ho prolungato con il Pordenone e ne sono contento, perchè è stato un crescendo con squadra, staff e società, e quando stai bene è sempre difficile pensare di andare altrove».
Sul ritorno in B del Vicenza Gavazzi invece dice: «Sono stato molto contento, anche per me è stata una bella emozione, è una società che merita quanto meno di stare in B, per quello che mi ha lasciato e mi ha dato». Il giocatore del Pordenone in biancorosso ha vissuto gioie e dolori, tra cui una retrocessione ai playout contro l’Empoli, prima di lasciare a gennaio 2013 dopo un infortunio al ginocchio.
«Mi sono rimaste comunque cose positive, a Vicenza ho conosciuto il calcio, quello che conta, e ho fatto esperienze che mi hanno aiutato a crescere come giocatore e come persona. Anche il rapporto con il pubblico, tutto positivo. Sicuramente non vedo l’ora di tornare a giocare al Menti e l’augurio è di poterlo fare in uno stadio pieno di gente».
Perché il Covid sta mettendo a rischio la presenza del pubblico e Gavazzi ha già sperimentato in B, anche ai playoff, cosa significa giocare in uno stadio vuoto: «All’inizio è difficile, sembra che la partita non inizi mai, che sia un allenamento. Poi però capisci che ti giochi tanto e devi concentrarti. Non è semplice ma alla terza, quarta gara ti abitui come in tutte le cose. Speriamo che la gente possa tornare negli stadi perché la mancanza del pubblico toglie molto».
E conclude con una previsione sulla prossima stagione di B: «Da quello che si percepisce sarà un campionato duro, tante squadre si sono attrezzate per una stagione di alto livello, mi vengono in mente già 7/8 che potrebbero puntare ad altro rispetto alla salvezza quindi mi aspetto una stagione tosta tosta».