Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)
Farmaco contro l’artrite aumenta gli anticorpi
Studio dell’Ateneo di Verona. E il 7 settembre parte la sperimentazione del vaccino: si cercano volontari
Studio dell’ateneo di Verona: il farmaco anti-artrite aumenta gli anticorpi. E il 7 settembre parte la sperimentazione del vaccino.
Il «Baricitinib»
Blocca l’infiammazione ai polmoni e stimola la risposta immunitaria. Un solo decesso
VERONA L’ultima frontiera in termini di lotta al coronavirus porta la firma dell’Ateneo di Verona, che da una parte ha messo a punto una terapia con il «Baricitinib», farmaco indicato per l’artrite reumatoide e capace di ridurre l’infiammzione ai polmoni, e dall’altra si prepara a sperimentare il primo vaccino italiano. Ieri il «Journal of Clinical Investigation» ha pubblicato lo studio coordinato dal reparto di Immunologia dell’Azienda ospedaliero-universitaria scaligera diretto dal professor Vincenzo Bronte e dalla Medicina Interna guidata dal professor Oliviero Olivieri, in collaborazione con la clinica Pederzoli di Peschiera, appunto sulla somministrazione del «Baricitinib» nei pazienti affetti da Covid-19. Risultato: marcata riduzione dei livelli sierici delle temibili citochine infiammatorie, il ritorno ai valori normali dei linfociti T e B e l’aumento degli anticorpi contro il coronavirus. Insomma, il «Baricitinib» ripristina la capacità di difesa del sistema immunitario danneggiata dal Covid-19.
«Tutto questo è associato non solo ad una riduzione del fabbisogno di ossigeno per i pazienti e quindi ad un miglioramento clinico della polmonite — ha spiegato ieri Pierfrancesco Nocini, rettore dell’Università di Verona — ma anche ad un effetto sulla sopravvivenza». Uno dei 20 malati trattati è morto dopo il completamento della terapia rispetto ai 25 deceduti sui 56 (45%) non trattati. Sebbene i dati clinici vadano confermati con studi più ampi e randomizzati, il lavoro ha il merito di porre al centro dell’attenzione un particolare sistema di attivazione molecolare che sembra cruciale (una sorta di «centralina» infiammatoria) nel causare il danno da Covid19. Poiché il trattamento è per via orale, può esser somministrato anche al di fuori dall’ospedale, per esempio a domicilio o in ambulatorio.
Sul fronte del vaccino GradCoV2, prodotto dalla società biotecnologica ReiThera di Roma, la somministrazione partirà i prossimi 7 e 9 settembre al Centro ricerche Cliniche (CRC)di Borgo Roma, dopo il buon debutto del 24 agosto all’Istituto Spallanzani, nella capitale. «Ha dimostrato una buona tollerabilità e nessun effetto collaterale se non l’indolenzimento al braccio riscontrabile dopo qualsiasi vaccinazione — rivela il dottor Stefano Milleri, direttore del CRC —. Noi inizieremo con dodici soggetti di età compresa tra 18 e 55 anni, cui seguiranno a distanza di 15 giorni l’uno dall’altro altri due gruppi da 12. Nel frattempo stiamo cercando 50 volontari sopra i 65 anni per la seconda fase della sperimentazione, che partirà ad ottobre». Chi vuole offrirsi può telefonare allo 045-8126615, dal lunedì al venerdì in orario 9/15, o mandare un’e-mail a volontari@crc.vr.it.