Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)

I film, il muro anti-Covid: la grande scommessa del Lido

- di Emilio Randon

LIDO DI VENEZIA – Lontano dagli occhi lontano dal virus. E anche dal cuore pulsante della Mostra del Cinema che delle proprie sincopi viveva. Vedere, smaniare, e poi immaginare, e di nuovo fantastica­re per poi finalmente toccare. Le lunghe attese davanti alla sala grande in attesa che l’Olimpo schiudesse le porte agli dei, la visione che alfine arrivava in tacchi alti e spacchi peccaminos­i, le star e le starlette, i divi, Nicole Kidman così vicina che potevi contarle i brufoli mentre ti facevi un selfie. Ora basta, non si può più.

Senza l’occhio non c’è voglia, chiuso l’occhio anche il virus perde forza e si disinteres­sa, ecco il motivo per cui il muro eretto a difesa del red carpet fa bene il suo lavoro: estremo antemurale della lotta contro il Covid 19 stronca il contagio all’origine – la vista – scoraggia gli assembrame­nti (e che c’è da vedere? Circolare, circolare), il muro come estrema profilassi per bloccare l’infezione all’origine, anche se qui la cosa suona un po’ incongrua già dal nome (qui si cela non si Mostra), eppure è così, così parte la 77ma rassegna internazio­nale di arte cinematogr­afica di Venezia.

Il direttore Alberto Barbera l’aveva anticipato con un twitter: «Si poteva non fare? Sì. Si doveva evitare di farla? Forse sì. Per noi la risposta giusta è: non si poteva non farla». Come la scommessa di Blaise Pascal sull’esistenza di Dio, va fatta, si vince comunque.

E’ la scommessa che fa anche Andrea Carcanella, gestore del Leon d’Oro, meta e tradiziona­le rifugio di tutti i cinefili alla disperata ricerca di un tramezzino dopo mezzanotte: «Abbiamo aperto, l’obiettivo è quello di dare un servizio perché i soldi vengono dopo e neanche ci pensiamo a quelli dato che non ne vedremo molti. In giro c’è molta meno gente».

A due giorni dal via l’area della Mostra è ancora un cantiere aperto, un frenetico rizzare, imbullonar­e, dar corrente e toglierla così che niente sembra pronto per l’inaugurazi­one di domani, neanche i bagni pubblici, ma, attenzione che, anche qui, a scommetter­e contro si rischia di perdere: la rassegna veneziana ha la precarietà di un circo, è arte e prestidigi­tazione teatrale, niente è pronto fino a cinque minuti prima, tutto lo sarà cinque minuti dopo, per magia equestre, per lo stupore e a maggior scorno degli scettici.

«Anche se a me sembrano davvero indietro – osserva la Vicepresid­ente della Pro Loco – e si capisce il perché: quest’anno tutto è sembrato in forse, fino all’ultimo, in forse eravamo anche noi cittadini del Lido». Elena Costantin ha fatto più di una riunione, tastato il polso alla sua gente, ne ha raccolto i timori – il contagio che viene da fuori, la solita invasione che rende ai pochi e sfavorisce i molti - «ma alla fine abbiamo deciso che sì, non si può fare altrimenti, perché non ci si oppone ad una tradizione centenaria». L’augurio di Elena è corale, con lei la dozzina di bambini che si porta dietro – è maestra -, li ammucchia sotto il famigerato muro, li mette in posa e al «cheese» scatta la più bella ed entusiasma­nte foto della mostra che sarà.

E mi dica, lo ha visto in giro il direttore Barbera? «No, secondo me è chiuso a chiave dentro il Palazzo del Cinema, anche perché se mette fuori il naso con quel che vede gli viene il coccolone».

Non c’è un piano B, si va in scena senza rete. «Qualcuno aveva spento l’interuttor­e e anche la luce del proiettore – ha scritto per noi il presidente della Biennale Roberto Cicutto – noi abbiamo l’orgoglio di averla riaccesa questa luce e ne siano orgogliosi».

Laddove gli altri festival chiudevano, Venezia è rimasta aperta. Si va in scena, con il rischio che le cose possano andare male per davvero, rischio calcolato, ridotto all’osso e confinato dentro protocolli rigorosi ma sempre rischio, un solo infetto può mettere in discussion­e tutto e in un colpo solo, l’occhio dei media sarà lì a scrutarne i prodromi.

Nasce la figura del «Covid manager». Serafica la responsabi­le delle relazioni esterne dell’Excelsior aspetta i clienti a pie’ fermo. Dentro l’hotel di lusso del Lido il personale sta lustrando l’ultimo vaso, sistema i fiori ed è tutto pronto e niente è prevedibil­e: «I last minute non consentono di fare previsioni, tantomeno siamo in grado di conoscere i nomi degli attori che ospiteremo. A parte Cate Blanchett che presiede la giuria, nemmeno noi sappiamo i nomi di chi arriva, sono le case di produzione che prenotano in forma anonima. In ogni caso questo sarà un festival particolar­e».

E anche molto concettuos­o, austero nelle forme e necessaria­mente molto italiano – pochissimi i film dall’estero – dire di risulta non sta bene ed è ingiusto ma è un fatto che è stato realizzato con quel che c’è - la produzione cinematogr­afica mondiale al tempo del Coronaviru­s si è fermata – così che il leone alato realizzato dell’artista asiaghese Marco Martalar ci sta bene. La bestia è alta tre metri e pesa 350 chili, l’hanno messa a lato del palazzo del cinema e ci sta fiera e un po’ sgarruppat­a fatta com’è di schegge di pino, tronchi schiantati e rami rotti raccolti nei boschi dopo la tempesta Vaia che nell’ottobre del 2018 devastò le valli venete. Dicono che dai cocci può nascere qualcosa di bello e di nuovo.

Ecco Simonetta, l’hanno presa a servizio ed è di Murano. Alle sei è salita sul vaporetto per essere operativa alle sette. Otto ore per sette euro all’ora che fanno 56 e lei è contenta. Sta da qualche parte indistingu­ibile dagli altri nel cantiere della mostra con la mamma che la cerca: «Se la vede è bionda e alta, non per farmi gli affari suoi è che volevo solo sapere, vedere un po’ anch’io, ma qui non ti fanno passare da nessuna parte e non si vede niente».

” Alberto Barbera Si poteva non fare? Sì. Si doveva evitare di farla? Forse sì. Ma per noi la risposta giusta è: non si poteva non farla

” Andrea Carcanella Abbiamo aperto, l’obiettivo è quello di dare un servizio perché i soldi vengono dopo. In giro c’è molta meno gente

Il grande muro eretto a proteggere il Red carpet stronca il contagio all’origine, impedendo la vista e tenendo lontane le star e gli assembrame­nti Funzionerà? Non c’è il piano «B», avanti senza rete

 ??  ?? Tutto pronto per la Mostra del Cinema Viaggio al Lido alla vigilia della prima grande kermesse del cinema. In foto in muro anti-Covid
Tutto pronto per la Mostra del Cinema Viaggio al Lido alla vigilia della prima grande kermesse del cinema. In foto in muro anti-Covid
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In alto preparativ­i al Lido per la Mostra del Cinema che sarà inaugurata ufficialme­nte domani
Qui sopra i cartelloni e i Leoni a Venezia
Fervono i preparativ­i In alto preparativ­i al Lido per la Mostra del Cinema che sarà inaugurata ufficialme­nte domani Qui sopra i cartelloni e i Leoni a Venezia

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