Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)
Imprenditore non versa i contributi dei dipendenti, la Finanza gli sequestra 224mila euro
VICENZA Non aveva versato all’Erario le ritenute per oltre 224mila euro che aveva trattenuto dalla busta paga dei propri dipendenti per l’anno 2017 e ora si è visto applicare i sigilli dalla guardia di finanza a beni per lo stesso valore. E cioè una casa da più di 146mila euro e oltre 77mila euro depositati nei conti correnti.
Destinatario del provvedimento di sequestro preventivo, emesso dal giudice per le indagini preliminari Barbara Maria Trenti, è Graziano Bertoncello, 54enne di Barbarano Mossano, indagato per il reato di omesso versamento di ritenute dovute o certificate, in qualità di legale rappresentante e amministratore protempore della Alfa Telematica srl di strada della Pelosa a Vicenza. Società di capitali, questa, operante nel settore della produzione e installazione di impianti elettrici, che è stata dichiarata fallita dal tribunale di Vicenza in data 20 ottobre 2019. Stando agli accertamenti svolti dai finanzieri del capoluogo l’amministratore, nonché liquidatore della società, non aveva provveduto, entro la scadenza del 31 ottobre 2018 (termine per la presentazione della dichiarazione annuale di sostituto d’imposta relativa al 2017), al versamento delle ritenute dovute in ragione degli stipendi erogati per oltre 224mila euro. Già l’Agenzia delle Entrate aveva riscontrato che quell’importo era rimasto solo sulla carta e che non era confluito nelle casse dello Stato. Quindi indagini più approfondite sono state svolte dalle fiamme gialle, coordinate dalla procura, che ha chiesto e ottenuto i sigilli su beni dello stesso importo di quanto «evaso». Beni che in caso di condanna potrebbero essere incamerati dallo Stato.
E quello dell’Alfa Telematica a quanto pare non è affatto un caso isolato. Solo a giugno i militari avevano scovato un altro caso di ritenute certificate e non versate provvedendo al sequestro di beni per 236mila euro, quanto non aveva versato una società vicentina che si occupa della produzione di prodotti per gelateria e pasticceria. Si tratta di un fenomeno di illecito fiscale, posto in essere da soggetti sostituti di imposta. Che operano sì le trattenute sullo stipendio dei propri dipendenti e collaboratori ma di fatto non le versano all’Erario, da una parte arricchendosi, tenendosi i soldi in tasca, dall’altro generando un mancato incasso di risorse finanziarie necessarie per l’attività dello Stato e, potenzialmente, un’uscita indebita in caso di presentazione da parte dei dipendenti di dichiarazione dei redditi con saldo a credito.