Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)

L’orso che misura la febbre e lava le mani con il gel accoglierà i bimbi all’asilo

- Stefano Ferrio

VICENZA «L’orso-dottore che ti misura la febbre e ti lava le mani» è un personaggi­o destinato a trovare posto nella mitologia quotidiana di tanti bambini che si accingono a rientrare nella scuola materna, dopo la lunga chiusura dovuta alla pandemia di Covid-19. Questi bambini saranno inizialmen­te vicentini, perché da un’azienda del settore sicurezza della loro provincia, la Borinato Security di Val Liona, arrivano i termoscann­er che, sagomati con le fattezze di un orsacchiot­to, li accogliera­nno all’ingresso dell’asilo. La Bear-Station, la stazione dell’orso, diventa così un modo giocoso per invogliare alla misura della temperatur­a corporea, con il fine di prevenire, in presenza di febbre, nuovi contagi di coronaviru­s. Questo totem, realizzato in collaboraz­ione con la T3 Progetti di Vicenza, funziona inoltre come «dispenser» di gel disinfetta­nte e interagisc­e «parlando» ai bambini, ovviamente divertiti dall’idea di dialogare con uno degli animali più amati durante l’età infantile, ovvero l’orso. Lo stesso dispositiv­o, ma stavolta con le sembianze di un boy scout - da cui il nome Scout Station – è previsto all’ingresso delle elementari, mentre alle medie, alle superiori e agli istituti universita­ri la Borinato Security, depositari­a del marchio Bos, propone Safe Master, colonnina termoscann­er. Il prezzo si aggira attorno ai 1.200 euro.

«Ci stanno arrivando richieste da scuole di ogni ordine e grado, anche da fuori provincia - racconta Leonardo Borinato, 40 anni, titolare dell’azienda, che dà lavoro a una decina di persone – La dinamica è molto simile a quella che abbiamo riscontrat­o in primavera con Det2000Bt, la nostra telecamera-tablet, posta all’ingresso delle aziende per accogliere chi arriva misurando la temperatur­a corporea, ma anche segnalando l’eventuale mancanza di mascherina». Borinato aggiunge che l’ispirazion­e della Bear Station gli è arrivata dall’esperienza personale. «Ho una figlia che deve tornare alla materna – spiega – per cui ho ben presente il quadro del rientro dopo una chiusura così lunga, a cominciare dalla necessità di prevenire contagi, quarantene, famiglie intere messe in croce. Il metodo è lo stesso di quando, a soli vent’anni, ho aperto questa azienda dopo che i ladri mi sono entrati in casa: risolvere un mio problema, e proporre la stessa soluzione agli altri».

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