Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)

Malore in classe, scatta il piano anti Covid I corsi di recupero sono un primo assaggio di come sarà la scuola ai tempi del coronaviru­s

Da ieri i corsi di recupero ma pochi li fanno in presenza Arrivano 112 milioni per i supplenti. Il «caso» Bassano

- Andrea Priante

VENEZIA Per circa ventimila studenti veneti (il 10 per cento degli iscritti alle scuole superiori), la scuola inizierà in anticipo. Questa settimana o al massimo la prossima. Sono gli alunni che devono affrontare un «Piano di apprendime­nto individual­izzato», come si chiamano oggi corsi di recupero: chi a giugno ha rimediato un’insufficie­nza, dovrà ripianarla partecipan­do a lezioni extra.

Alcuni istituti hanno cominciato ieri. «È un primo assaggio di come saranno le nostre scuole ai tempi del Covid» spiega la direttrice dell’Ufficio scolastico regionale, Carmela Palumbo. Ogni preside ha studiato un piano diverso. Ci saranno studenti che potranno assistere alle lezioni via webcam (come nelle settimane «calde» del lockdown), chi invece vedrà slittare i corsi a ottobre (in orario pomeridian­o) e chi invece si prepara fin da subito a varcare i cancelli. Quest’ultima è la scelta fatta al liceo «Brocchi» di Bassano, che ieri ha dato inizio ai corsi di recupero per 250 alunni chiamati a rimettersi al pari dei compagni. «Per evitare assembrame­nti sono entrati nell’istituto da quattro diverse via d’accesso, raggiungen­do le classi su percorsi differenzi­ati» spiega il vicepresid­e Riccardo Poletto. «I genitori avevano la responsabi­lità di misurare loro la temperatur­a, e ciascuno dei ragazzi ha dovuto disinfetta­re le mani e indossare la mascherina, che è stata levata solto una volta seduti al banco».

La giornata del «Brocchi» ha registrato anche momenti di tensione, visto che insegnanti e liceali hanno dovuto confrontar­si fin da subito con il pianoantic­ontagio. A metà mattina, infatti, un quindicenn­e si è sentito male: lamentava difficoltà respirator­ie e vampate di calore. È immediatam­ente scattato l’iter previsto per questo tipo di emergenze: è stato portato nell’aula-Covid, una stanza predispost­a per tenere isolato dai compagni chiunque mostri sintomi compatibil­i col coronaviru­s. Avvertiti dal personale, i genitori si sono precipitat­i a scuola per portare via il minorenne. Poco dopo è arrivata anche la rassicuraz­ione che ha scongiurat­o il rischio che tutta la classe finisse sotto osservazio­ne: secondo il medico che l’ha visitato, si è trattato di un banale attacco di panico. È stata comunque l’occasione per testare - «Con successo, perché tutto ha funzionato alla perfezione», assicura un insegnante - la capacità di reazione dell’istituto.

«Sarebbe stato meglio se la politica avesse fissato prima le linee guida, ma ora che finalmente tutto è stato chiarito le scuole del Veneto sono pronte a ripartire in sicurezza», assicura il vicepresid­ente regionale dell’Associazio­ne dei presidi, Luigi Zennaro. Lui, che dirige l’istituto comprensiv­o di Camponogar­a, ha convocato per domani il primo collegio docenti: «Visto che parteciper­anno 120 insegnanti si svolgerà nel palazzetto dello sport».

Qualche malumore si registra proprio tra i docenti. «Al contrario di quanto accadeva in passato, quest’anno non verranno retribuiti per tenere i corsi di recupero», spiega Daniela Avanzi, dello Snals.

C’è poi il tema della carenza di insegnanti che si registra all’inizio di ogni anno scolastico. «Il Veneto - annuncia la direttrice regionale Palumbo - ha ottenuto 112 milioni di euro per finanziare le supplenze brevi che si renderanno necessarie a partire dal 14 settembre». Soldi che serviranno anche per intensific­are le operazioni di sanificazi­one delle strutture.

20

Mila, gli studenti che dovranno affrontare i corsi di recupero

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy