Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)
Selfie con carabina e pistola trovate a casa, una denuncia
Segnalati al tribunale dei minori 4 ragazzini, nei guai il padre di due di loro
VALBRENTA Si scattano un selfie armati fino ai denti e la foto viene pubblicata sui social: quattro minorenni finiscono nei guai e un 46enne rimedia una denuncia.
I fatti risalgono alla scorsa settimana e il teatro di una «bravata», che poteva trasformarsi in tragedia, è la Valbrenta. È un normale pomeriggio d’estate ed un gruppetto di amici decide di fare un giro in motorino. Servono i caschi e uno dei quattro, il più giovane di appena 15 anni, cerca di recuperarli dalla libreria in cui abitualmente li conserva il padre. Dietro agli scaffali però il ragazzino nota qualcosa di strano: c’è un secondo armadio ben nascosto, blindato e rigorosamente chiuso. Il quindicenne a quel punto ricorda di aver trovato, nelle settimane precedenti, tra le stanze dell’abitazione, una chiave di cui non conosceva l’utilizzo: è proprio quella che, una volta recuperata, apre l’armadio blindato del padre. All’interno sono conservate 5 armi regolarmente detenute, oltre ad una quarantina di cartucce e della polvere da sparo. I ragazzi cominciano a maneggiare pistole e fucili senza sapere che tutte sono cariche e pronte all’uso e che un solo gesto sbagliato potrebbe far partire accidentalmente un colpo e provocare il ferimento o persino la morte di uno tra loro. Decidono, invece, di farsi tutti assieme una foto tenendo in mano con fierezza le armi che hanno scelto di impugnare: una Beretta, una carabina semiautomatica, una Glock e persino un fucile a pompa. Rimesso tutto in ordine i quattro amici continuano normalmente la loro giornata non prima però di aver scelto proprio il selfie in stile «commando» come immagine di un gruppo whatsapp che condividono con alcuni amici. Dai telefoni, in pochi istanti, lo scatto arriva al web, pubblicato con una certa dose di orgoglio sui social network. Ed è proprio lì che un cittadino, vede l’immagine dei quattro ragazzini armati e decide, con coscienza, di farla arrivare alla polizia. Bastano poche ore agli agenti del vicequestore Elena Peruffo per risalire al gruppetto di amici e scoprire che due di loro hanno il padre con un regolare porto d’armi. Dalla verifica delle pistole e del fucile la polizia arriva a casa di un operaio 46enne residente in comune di Valbrenta, con la passione per il tiro a volo. Se per i ragazzini, tre sedicenni e un 15enne, oltre alla lavata di capo è arrivata anche una segnalazione al tribunale dei minori, per l’operaio è scatta invece la denuncia per mancata custodia e il ritiro cautelare delle armi, oltre che del permesso di detenerle