Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)
Daverio, gli amici veneti: «Arguto e appassionato»
Protagonista dal Premio Campiello al Festival della Bellezza
Philippe Daverio e il Veneto, una lunga storia d’amore. Che parte da Venezia, città del cuore, che si era impuntato diventasse il centro europeo della cultura. E andava ripetendolo, in ogni occasione: dopo Bruxelles e Strasburgo, Venezia come terza capitale della cultura in Europa. Daverio, il celebre storico e critico d’arte morto martedì notte all’Istituto Tumori di Milano, a Venezia era proprio di casa, sia all’Ateneo Veneto che alla Biennale, protagonista di tante mostre ed eventi. Ma soprattutto per 15 anni giurato nella giuria dei letterati del Premio Campiello, che animò con passione. «Perdiamo uno dei grandi protagonisti della cultura italiana, raffinato storico dell’arte ma più di ogni cosa un grande amico», lo ricorda così la Fondazione Il Campiello. E il presidente Enrico Carraro: «Fine e colto, persona amabile. Mi mancherà la sua grande sensibilità umana». Il cordoglio del presidente della Regione Veneto Luca Zaia: «Era un gigante della cultura che arrivava a tutti, l’esatto contrario di alcuni soloni che amano restare chiusi in un mondo elitario. È stato un amico del Veneto e dei Veneti. Non solo come giurato storico del premio Campiello, ma anche per come ha dimostrato più volte nelle sue trasmissioni, a cominciare da Passepartout, facendo conoscere tesori e bellezze del Veneto».
Da Venezia alle Dolomiti. La moglie, Elena Gregori è di Vodo di Cadore e lì trascorrevano le vacanze. A Cortina è stato protagonista a «Una Montagna di Libri», in un memorabile incontro con oltre 400 persone. «Presentò il suo libro Quattro conversazioni sull’Europa, fu magnetico, trascinante - ricorda Francesco Chiamulera, organizzatore e direttore artistico di
Una Montagna di Libri - . Cortina lo apprezzò anche per la puntata su Rai Tre di Passepartout dedicata alle Dolomiti». Sempre a Cortina, indimenticabile la performance come voce recitante di Pierino e il Lupo di Prokofiev nel 2016 con l’orchestra Haydn di Bolzano e Trento. Nominato «ambasciatore della bellezza» per il Festival della Bellezza di Verona, Daverio resta nel cuore della città scaligera e del direttore artistico della manifestazione, Alcide Marchioro, amico da vent’anni. «Era come appariva in pubblico, estroso, fantasioso, curioso, appassionato, capace di battute fulminanti e aforismi memorabili - dice Marchioro - . Ha sempre partecipato con piglio unico al Festival della Bellezza. Stare con lui era una gioia, vivevano in lui le grandi tradizioni della cultura europea, lucida arguzia e divertita saggezza». Chiara Visentin, architetto e presidente della Biblioteca Bertoliana: «A Vicenza è ancora vivo l’eco della conferenza del 2019 al teatro Olimpico, su Palladio e lo spirito del fare. E le lezioni al Festival Biblico. Daverio è una voce che ci mancherà per la caparbietà con cui scovava la bellezza e voleva preservarla». Maria Pia Morelli, scrittrice ed ex presidente dell’Istituto per gli studi sul Canova di Possagno, legata a Daverio da lunga amicizia: «Generoso, empatico e simpatico, esteta colto e semplice allo stesso tempo». Il 20 settembre Daverio avrebbe dovuto essere al festival pordenonelegge con il saggio La mia Europa a piccoli passi. «Era un divulgatore di rara capacità comunicativa - sottolineano gli scrittori Gian Mario Villalta e Alberto Garlini, con Valentina Gasparet curatori di pordenonelegge - . Ricordiamo soprattutto un uomo che si divertiva in quello che faceva, sempre con la battuta arguta e la provocazione intelligente».
” Marchioro Capace di battute fulminanti e aforismi memorabili, ci mancherà