Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)
Si spinge solo la Lega il diktat divide la base
Caos e recriminazioni dopo la circolare di Fontana: «Sostegno solo alla lista di partito»
VENEZIA Dopo l’indicazione di Fontana, «Sostegno solo alla lista Lega», Zaia minimizza «Avrei fatto lo stesso» ma la base è in subbuglio e nei gazebo si promuovono tutte e tre le liste del Carroccio.
«Buongiorno a tutti, si ribadisce che tutte le sezioni territoriali devono fare campagna elettorale solo per la lista Lega. Ringraziando per la collaborazione si unisce un cordiale saluto» firmato «La Segreteria Regionale Liga Veneta per Salvini Premier». Tre righe in croce capaci di scatenare uno tsunami di malcontento in casa Lega. Il «repetita iuvant» inviato dal commissario Lorenzo Fontana a tutte le sezioni del Carroccio in pieno fermento da campagna elettorale ha creato più di qualche mal di pancia. Soprattutto a Padova dove capita che il neo commissario provinciale (ma anche deputato e sindaco di Borgoricco) Alberto Stefani non faccia mistero del suo sostegno incondizionato a Giulio Centenaro. Il problema è che l’enfant prodige della Lega sostiene un nome candidato in lista Zaia. Gli avversari interni si chiedono se il commissario provinciale non dovrebbe essere più neutro ma, in generale, sono molti i militanti che avrebbero apprezzato indicazioni più percorribili come lasciare «libertà di coscienza» alle sezioni che esprimono un candidato, che sia in lista Zaia o in lista Lega, e alle altre sezioni la comprensibile indicazione di sostenere i candidati della lista «ufficiale».
Tensioni interne a parte, i gazebo di questi giorni parlano da soli: i vessilli del Carroccio svettano per tutti ma sui tavolini convivono pacificamente i materiali elettorali delle «tre liste Lega», quella ufficiale, quella del presidente e la terza lista Veneta Autonomia. In tanti, a microfoni spenti, fanno spallucce: «E se anche mi colgono sul fatto a fare campagna per la lista Zaia cosa fanno? Mi sospendono? Mi commissariano la sezione? Tanto sono già tutte commissariate...».
L’effervescente mood della campagna elettorale vivifica il derby in campo leghista che, pare sempre più lampante, sarà il vero risultato a cui guardare a urne chiuse. Ci mette del suo anche il governatore Luca Zaia che, interrogato sulla vicenda, ha commentato: «Io avrei fatto lo stesso, non ho mai trovato un partito o, diciamo, un’azienda che lavora per un’altra azienda. Non comprendo il problema, tant’è che nella pubblicità si investirà molto per la Lega». L’evocazione di due partiti, pardon, aziende distinte, alludendo alla lista del presidente e a quella del Carroccio, somiglia a un lapsus freudiano.
«Ci sta, è normale che la Lega difenda la lista Lega, - filosofeggia Flavio Tosi - a livello nazionale viene data una lettura competitiva sulle due liste ed è molto probabile se non scontato che la lista Zaia sorpassi la Lega, fa parte della politica di oggi, una politica fortemente personalizzata. È capitato anche a me nel 2012, la mia lista fece il 38%, quella della Lega l’11%. A me mancano un po’ i partiti tradizionali, la Lega non lo è più, porta il nome di Salvini».
Se l’ex antagonista di Zaia si avventura in una previsione(«Lista Zaia 30%, lista Lega 20%») nelle sterminate praterie degli avversari alle Regionali, l’unico affondo arriva dalla renziana Daniela Sbrollini: «Questo conferma la guerra aperta fra due partiti per la leadership nazionale della Lega. Quindi chi sceglie Zaia oggi si ritroverà ad andare ad elezioni anticipate nel 2023 quando lui lascerà per Roma. Zaia ha già abbandonato questa regione, gli interessa solo gareggiare a livello nazionale. Italia Viva è l’alternativa alle due Leghe e alla sinistra, questo il mio appello per un voto utile alla nostra lista». Laconici sia Arturo Lorenzoni (centro sinistra) che Enrico Cappelletti (M5s): quasi all’unisono commentano «Mi appassiona poco il tema, i problemi sono ben altri, si laveranno i panni sporchi in casa loro».
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Sbrollini
È la conferma che Zaia lotta per la leadership nazionale, nel 2023 elezioni anticipate...
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Lorenzoni
Le dinamiche interne alla Lega non mi appassionano, si lavino i panni sporchi in casa loro