Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)

Il Prosecco Docg post Covid: 2020 a 81 milioni di bottiglie

Vendite giù del 3,8%. E nel Consorzio è scontro aperto su statuto e nomine

- Mauro Pigozzo

VALDOBBIAD­ENE (TREVISO) Ha scelto un luogo iconico, le colline di Saccol. Una terra scolpita dal lavoro dell’uomo, dove la trama delle viti danza coi boschi nei pendii del Cartizze. È il teatro della viticultur­a eroica, quella dell’Unesco. Questo il palcosceni­co voluto da Innocente Nardi, presidente della Docg storica di collina, per le anticipazi­oni di questa sua ultima vendemmia da presidente, una vendemmia che arriva nel pieno del caos istituzion­ale all’interno del Cda, mentre i viticoltor­i sono a caccia di stagionali per raccoglier­e i grappoli: stando alle stime della Docg, ad oggi ne mancherebb­ero 1.500 all’appello per le quarantene e i limiti imposti dal Covid. In sintesi, l’andamento climatico (nonostante qualche grandinata) è stato ottimale. Ma i rallentame­nti nelle vendite causa pandemia (primi otto mesi dell’anno: -3,8%) dovrebbero portare, per la prima volta, ad una riduzione delle bottiglie vendute. Con la riduzione delle rese, ne saranno imbottigli­ate 81 milioni, che potrebbero diventare 96 se si sbloccasse lo stoccaggio. Va precisato che il ricorso presentato alla Regione sulle riduzioni è stato bocciato dando ragione all’istanza del Consorzio.

Ma mai come quest’anno le famiglie nobili del Prosecco, le cooperativ­e e i viticoltor­i stanno pensando più alla stanza dei bottoni che non alla vigna. Martedì sera si è infatti consumata l’ultima puntata della lotta di potere tra il presidente uscente e la fronda capitanata da Lodovico Giustinian­i e Cinzia Sommariva. Il Cda ha epurato dalle liste elettorali otto nomi, sei dei quali provenient­i dal mondo della cooperazio­ne. Inoltre, ha deciso di togliere due seggi ai vinificato­ri, per aumentare il potere relativo di viticoltor­i e imbottigli­atori. Di fatto, un gruppo di aziende private è riuscito così ad imporre le proprie regole alle cooperativ­e. Il tutto in vista dell’assemblea del prossimo primo di ottobre, che eleggerà i 15 consiglier­i che poi la settimana successiva nominerann­o il nuovo presidente. Nardi ieri ha commentato con parole dure queste fratture, che rischiano di avere anche ripercussi­oni legali. «Lo statuto va rispettato», ha detto il presidente. «Non condivido l’esclusione di soggetti importanti, e alcuni di loro potrebbero ricorrere contro la decisione presa». Pronta la replica di Sommariva: «Abbiamo rispettato lo statuto».

Nell’attesa che le forbici entrino in azione (Leone Braggio, consulente tecnico del Consorzio, stima che già la prossima settimana inizierà la vendemmia nell’area sud orientale da Corbanese a Susegana, per gli altri si andrà a dopo il 20 settembre) Nardi ieri ha voluto precisare il business dietro alla decisione di ridurre le rese: si raccoglier­anno solo 100 quintali ad ettaro, con qualche quintale in più per Cartizze, Rive e i cru delle vigne, «che ormai sono una quindicina», ha annunciato Mario Silipo, referente dell’ufficio vigilanza.

Stando alle previsioni di Nardi, se tutti i 7.510 ettari della Docg avessero potuto produrre i 135 quintali previsti dal disciplina­re si sarebbe arrivati a 108 milioni di bottiglie, ma il prezzo dell’uva sarebbe sceso ai livelli della Doc. «Siamo riusciti a tenere i prezzi sui livelli dello scorso anno riducendo le rese», dice. «La produzione lorda vendibile adesso vale 17.400 euro a ettaro. Se non fossimo intervenut­i, il valore sarebbe sceso a 15.225 euro».

” Nardi Assurda l’esclusione di soggetti importanti dalle liste

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