Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)
Citrobacter, oggi a Verona gli ispettori del governo
I tempi di reazione dell’Asl al centro dell’inchiesta
VERONA Oggi all’ospedale di Verona arriveranno gli ispettori mandati dal ministro della Salute per fare luce sul caso dei bimbi morti a causa di citrobacter. Intanto, si scopre che i carabinieri del Nas hanno acquisito - oltre alle cartelle cliniche delle vittime - i protocolli operativi dell’ospedale. Infiamma la polemica politica, con l’opposizione che attacca il governatore Luca Zaia. E intanto i vertici dell’azienda ospedaliera si preparano a replicare al dossier della commissione.
VERONA Non bastano i commissari della Regione, che per mesi hanno indagato sulle cause della contaminazione da citrobacter all’«Ospedale della donna e del bambino» di Borgo Trento, a Verona. Ora anche il governo vuole vederci chiaro.
Ieri sera nella città scaligera è arrivato un team di ispettori. È quello inviato dal ministro della Salute Roberto Speranza, che due giorni fa aveva promesso: «Chi ha sbagliato pagherà».
Oggi il gruppo di esperti guidato dalla dirigente Maria Grazia Laganà - entrerà in azione, acquisendo anche una serie di documenti relativi alle procedure seguite all’interno dell’ospedale nei mesi in cui la contaminazione del reparto di terapia intensiva neonatale ha fatto ammalare decine di bambini, uccidendone quattro e lasciandone cerebrolesi altri nove.
Naturalmente, non è solo la politica ad andare a caccia dei responsabili di quanto accaduto a Verona. La procura ipotizza il reato previsto dall’articolo 590 sexies del codice penale, che punisce la «responsabilità colposa per morte o lesioni personali in ambito sanitario». In pratica, si vuole capire se la vicenda possa assumere i contorni di un omicidio colposo (plurimo) da parte del personale che - almeno all’epoca operava nell’ospedale. L’indagine è affidata ai carabinieri del Nas che - oltre ad aver già ottenuto copia della relazione dei commissari della Regione nelle scorse settimane hanno acquisito non solo le cartelle cliniche dei quattro bimbi deceduti ma anche i documenti che riassumono protocolli operativi e linee guida adottate all’interno della struttura.
Il direttore generale dell’Azienda ospedaliera Francesco Cobello si è preso 48 ore di tempo per inviare le sue controdeduzioni alla Regione, che gli ha chiesto di prendere provvedimenti contro chiunque possa aver avuto delle responsabilità. In tanti ora si aspettano di veder saltare le prime teste, con la sospensione di figure che potrebbero anche rivestire ruoli apicali nell’azienda ospedaliera di Verona.
Nel frattempo la politica continua a fare del citrobacter terreno di scontro. Mentre il governatore Luca Zaia ripete che «la Regione è stata tenuta all’oscuro di quanto accadeva nell’ospedale», dal fronte opposto volano i coltelli.
«Bisognava investigare tempestivamente senza tenere i genitori all’oscuro di tutto», commenta Enrico Cappelletti, il candidato alle Regionali per il Movimento 5 Stelle. «Zaia si prenda le proprie responsabilità, anche quando avvengono casi di malasanità come questo».
Dura anche la candidata della lista «Veneto - Simonetta Rubinato per le Autonomie», secondo la quale «nella nostra regione non esiste un sistema di monitoraggio centralizzato e indipendente: le Usl non possono essere i controllori di se stesse senza alcuna supervisione. I dati sulla sanità regionale di cui Zaia è responsabile conclude Rubinato - parlano chiaro: c’è molto da fare».
A buttare acqua sul fuoco ci provano l’ex sindaco di Verona (ed ex assessore regionale alla Sanità) Flavio Tosi, e il «suo» candidato alle Regionali, Alberto Bozza: «È una vicenda dolorosissima, non diventi strumento di lotta politica nella campagna elettorale».