Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)
Le piante sono intelligenti ricordano e sanno contare «Noi 5 sensi, loro 15»
«Dire che le piante sono intelligenti può apparire un’esagerazione, ma mentre noi abbiamo solo 5 sensi, i vegetali ne hanno 15, hanno cognizione dell’ambiente che li circonda e sanno muoversi di conseguenza». Il professor Umberto Castiello, docente di psicologia comparativa dell’Università di Padova, e titolare di un frequentato corso di psicologia vegetale, ha pubblicato alcuni studi sulla rivista Comparative Psychology, Nature-Scientific Reports e Psychological Bulletin & Reviews. Dalle ricerche emerge che le piante pianificano il loro comportamento e addirittura sanno contare. Non si tratta di aneddoti ma di prove ripetute e scientificamente rilevanti. Sotto osservazione è finita la Dionea, o Venere acchiappamosche, che sembra in grado di contare il numero di passi compiuti dalla preda. «Abbiamo notato - sostiene il ricercatore - che la pianta intrappola la preda solo quando l’insetto la innesca due volte in massimo 20 secondi, il che suggerisce che le piante possano ricordare il primo segnale per un breve periodo». Secondo gli esperti del Bo le piante potrebbero aver bisogno di contare i passi delle prede per risparmiare energia e ottimizzare le risorse. «In un altro esperimento - prosegue Castiello - abbiamo dimostrato che la pianta in fiore di mimosa può ricordare di essere caduta. Abbiamo lasciato cadere la pianta da un minimo di sei fino a un massimo di 60 volte da un’altezza minima, e alla fine dell’esperimento la mimosa non ha più piegato le foglie in risposta difensiva, dopo aver compreso che non avrebbe avuto conseguenze nel cadere da quella altezza».
Altra osservazione del dottor Castiello riguarda le piante rampicanti. «I cirri, le ‘mani’ delle piante rampicanti, raggiungono esattamente lo ‘stallo’ utile alla loro ricerca di luce proprio in virtù della cognizione dello spazio che le circonda – spiega Castiello – per questo raggiungono esattamente il punto che gli serve per appoggiarsi e proseguire la strada, del resto non potendo muoversi le piante hanno dovuto sviluppare in ogni modo la capacità sensoriale in modo da potersi espandere. Noi non sappiamo esattamente come avviene il processo cognitivo – conclude il docente - degli organismi vegetali, ma sappiamo con certezza che questo processo avviene, ciò che possiamo fare è studiarne gli effetti visibili».