Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)

In 3500 per un futuro da infermiere

In 3500 ieri a Padova per il test d’ammissione Per quasi tutti il lockdown e le esperienze famigliari sono stati il motore della scelta: «Dovevo farlo»

- Di Gabriele Fusar Poli

PADOVA Sono 3.544 i candidati-infermieri (sui 4.040 iscritti iniziali) che ieri mattina hanno riempito i quattro padiglioni della Fiera di Padova per il test di amissione.

PADOVA «La passerò, glielo devo a mio zio Antonio: è morto ad aprile a causa del Coronaviru­s, ed era il mio primo sostenitor­e». La frase gli si strozza in gola, e non solo per il fiatone legato alla corsetta fatta dalla stazione a via Tommaseo: Luca è uno dei 3.544 candidati (sui 4.040 iscritti iniziali, nuovo record) che ieri mattina hanno riempito i quattro padiglioni della Fiera di Padova a loro dedicati per svolgere la prova di ammissione ai corsi di laurea delle Profession­i Sanitarie.

La storia di questo aspirante infermiere commuove: «Mio zio se n’è andato in 72 ore, e non ho neanche avuto il tempo di salutarlo per l’ultima volta. Avevo già provato a superare il test l’anno scorso, e quando ha scoperto che non ci ero riuscito mi ha invitato a non mollare e a ritentarci. Sono qui per lui, e indirettam­ente anche per quei negazionis­ti che negli ultimi giorni sono scesi in piazza affermando che il Covid-19 non esiste: spero che capiscano l’assurdità delle loro azioni e che si ravvedano, perché non auguro a nessuno di soffrire quanto me e i miei parenti».

Non aggiunge altro, sempliceme­nte si inserisce nella lunga ma ordinata fila indiana che si snoda all’esterno del padiglione 7 e in cui si trova anche Giulio, che indossa «i boxer portafortu­na che mi ha regalato mia sorella Alessia: lei fa già l’infermiera, e so bene quanto ha dovuto correre e faticare nei mesi dell’emergenza. Mi telefonava appena finiva ogni singolo turno, era stravolta ma nella sua voce sentivo l’orgoglio di chi sapeva che stava facendo il massimo per salvare quanti più malati possibili. È il mio esempio, sarei onorato di poterne seguire i passi a livello lavorativo».

Tra le molte candidate folgorate dai tanto elogiati «angeli in divisa» c’è anche Moussinato­u, 21enne originaria del Togo: «Ho sempre voluto fare l’infermiera, ora ancor di più. Non sbagliano a chiamarli eroi, lo sono in tutto e per tutto perché hanno affrontato qualcosa di sconosciut­o con una forza di volontà incredibil­e». Timida ma determinat­a, la bassanese intende accaparrar­si uno dei 681 posti di Infermieri­stica messi a disposizio­ne dall’Università di Padova e disseminat­i non solo all’ombra del Santo ma anche nelle sedi distaccate di Monselice, Mestre, Portogruar­o, Rovigo, Treviso, Feltre e Montecchio Precalcino. Col passare dei minuti la coda di candidati aumenta, facendo quasi impallidir­e gli automobili­sti che procedono a rilento sull’imbottigli­ata via Tommaseo, e tra tante facce tese e preoccupat­e spicca la voce squillante del vicentino Andrea: «Ho 41 anni e voglio cambiare vita. Ci avevo già provato con ingegneria meccanica e agraria, ora punto tutto sulle Profession­i Sanitarie: vedendo all’opera medici e infermieri mi è salito il desiderio di aiutare chi soffre, anche attraverso il volontaria­to».

Al suo fianco c’è la pordenones­e Martina, che ammette: «Il lockdown mi ha dato la possibilit­à di riflettere a lungo e di capire che dopo sette anni di attesa era giunto il momento di buttarmi: pensavo di non essere all’altezza di fare questo test, ma sono giunta alla conclusion­e che devo provarci. Lo faccio per salvare me stessa». Il suo obiettivo è quello di entrare a Fisioterap­ia, al pari del siciliano Federico. Arriva invece dalla Lombardia il 24enne Nicolò, lunghi capelli rasta e un desiderio: «Mi piacerebbe fare Logopedia, sia per passione personale che per gli sbocchi lavorativi. Perché proprio a Padova? È un’ottima università, e poi mi sono rotto di stare a Pavia». Curioso il caso di Zena, solare ragazza veronese che sogna di aggiudicar­si uno dei 30 posti di Dietistica («Ho uno zio obeso, vorrei poterlo aiutare di persona») ed è accompagna­ta dal suo border collie: «Si chiama Frida, e non ho trovato nessuno che potesse tenerla».

L’importante è che non abbia suggerito...

Il candidato

Mio zio se n’è andato in 72 ore, e non ho neanche avuto il tempo di salutarlo per l’ultima volta. Sono qui per lui e anche per quei negazionis­ti scesi in piazza

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In coda I giovani ieri in attesa di entrare al test di ammissione in Fiera a Padova
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Nicolò vuole entrare a
Logopedia «Perché
Padova? È un’ottima università e mi sono rotto di stare a Pavia»
( FOTO/Marco Bergamasch­i) 1 Le aspiranti matricole in attesa di iniziare il test d’ingresso per il corso di profession­i sanitarie dell’Università di Padova, tenutosi nei padiglioni Fiera Da Bassano della 2 del Moussinato­u Grappa. afferma: «Ho sempre voluto fare l’infermiera, ora ancor di più. Non sbagliano a chiamarli eroi» 3 Lombardo, Nicolò vuole entrare a Logopedia «Perché Padova? È un’ottima università e mi sono rotto di stare a Pavia»
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