Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)
Non paga le tasse per anni, denunciato imprenditore
Quasi 1,2 milioni di euro non dichiarati, la guardia di finanza chiede il sequestro dei beni
TORREBELVICINO Quando la guardia di finanza della tenenza di Schio aveva avviato una verifica fiscale sulla sua società, lui non aveva mostrato documenti, nessun incartamento, niente conti e fatture, asserendo di aver distrutto le scritture contabili dell’impresa. Ci hanno pensato però i militari a ricostruire pazientemente il volume d’affari della ditta, con un’indagine avviata a dicembre del 2019 e conclusasi solo di recente. Un lavoro articolato per arrivare a ricostruire l’imponibile, passato anche attraverso l’audizione di titolari di decine di imprese clienti. E così sarebbe emerso il volume d’affari non dichiarato: per l’accusa ammonta ad oltre 1,172 milioni di euro da cui più di 257mila euro di Iva dovuta. Insomma, voluminosi incassi non tassati. Per anni.
Stando all’esito degli accertamenti delle Fiamme gialle della tenenza di Schio - che ha anche incrociato i dati con il sistema di fatturazione elettronica - l’imprenditore, con una società operante nel settore del commercio e della riparazione di elettrodomestici, l’avrebbe fatta in barba al Fisco per un po’. Pensando, evidentemente, di farla franca. La società, la Onnis-Et srl C.M.E. con sede legale in via Schio a Torrebelvicino, sarebbe infatti risultata evasore tolazione tale per i periodi d’imposta dall’anno 2014 al 2019. Una sequenza di cinque anni. Un’abitudine.
Inevitabile quindi la segnain procura a Vicenza del legale rappresentante e cioè Ettore Erriu, 68enne residente nel Veneziano, nel comune di Camponogara. L’uomo
dovrà rispondere di omessa dichiarazione come anche di distruzione di scritture contabili. Stando agli accertamenti la base imponibile netta recuperata a tassazione ammonterebbe a più di 1,163 milioni di euro e i detective delle Fiamme gialle avrebbero anche proposto il sequestro di beni pari al valore del profitto illecito a vantaggio dell’imprenditore e cioè oltre 400mila euro. Un sequestro che, se fosse avvallato prima dalla procura e poi dal giudice, porterebbe a «congelare», ossia a «sigillare» alcune proprietà dell’uomo per quell’importo complessivo. Un provvedimento, questo, a tutela dello Stato. I beni infatti, in caso di condanna, andrebbero ad essere confiscati e come conseguenza incamerati dallo Stato a risoluzione dell’ammanco illecito.