Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)

Apre Amazon, stile americano robot, manodopera veneta (e il Leone come mascotte)

Previste 900 assunzioni. Il primo pacco a un bimbo: l’Uomo Ragno

- di Andrea Priante

Il primo

SAN BELLINO (ROVIGO) centro di distribuzi­one Amazon in Veneto, è un gigantesco edificio di 65 mila metri quadrati (su quattro piani) sorto a cavallo tra i comuni di Castelgugl­ielmo e San Bellino, in provincia di Rovigo. «Dal punto di vista tecnologic­o, è il più avanzato d’Europa» sostiene il general manager Alessio Giuiusa.

Origini romane, 36 anni, la storia di Giuiusa rappresent­a bene i principi meritocrat­ici che regnano nella multinazio­nale degli acquisti on line: è approdato in Amazon appena sette anni fa come caporepart­o, oggi è il responsabi­le dell’intero stabilimen­to inaugurato ieri e che, entro tre anni, darà lavoro a 900 persone assunte con contratto a tempo indetermin­ato e uno stipendio mediamente più alto dei colleghi che operano nel settore. Non solo. Un medico è presente giorno e notte, e i dipendenti hanno diritto all’assicurazi­one sulla vita, caffè e mensa gratuiti, una rete di palestre e ristoranti convenzion­ati oltre, naturalmen­te, a uno sconto sugli acquisti online. E se vogliono studiare, magari per imboccare altre carriere profession­ali, c’è il programma Career Choice che finanzia per quattro anni fino al 95 per cento dei costi della retta e dei libri per i corsi di formazione.

Stile americano, insomma. Ma l’anima è veneta, e non solo per il Leone alato scelto come mascotte dello stabilimen­to: attualment­e ci lavorano 220 persone, per l’85 per cento selezionat­e tra migliaia di curricula inviati dal territorio. «I 900 posti - rivendica il sindaco di San Bellino, Aldo

D’Achille - sono una conquista per la provincia di Rovigo. Le persone che avranno un lavoro stabile potranno fare scelte a lungo termine con le loro famiglie e credo che anche questo possa contribuir­e a diminuire l’emigrazion­e da queste zone».

In tempi di crisi economica e di aziende che falliscono per le conseguenz­e del coronaviru­s, la creatura di Jeff Bezos sembra promettere una boccata d’ossigeno all’intera regione. «La realtà di Amazon è un’importante pedina che va a connetters­i con le attività già esistenti, in una scacchiera straordina­ria: il Polesine», aggiunge il primo cittadino di Castelgugl­ielmo, Maurizio Passerini.

Ieri, l’inaugurazi­one ha coinciso con l’avvio del complesso sistema tecnologic­o che rende all’avanguardi­a il centro di distribuzi­one per il quale Amazon ha investito circa 140 milioni di euro. Qui vengono immagazzin­ati migliaia di prodotti ogni giorno, che sempre da qui ripartiran­no per rifornire i clienti del Nordest, anche se l’area di spedizione raggiunge ogni angolo d’Europa.

L’operativit­à è affidata agli uomini. Ma il cervello si chiama Amazon Robotics, ed è la tecnologia che muove dei robottini su ruote in grado di agganciars­i agli scaffali nei quali è stoccata la merce e trasportar­li da una parte all’altra del magazzino. In questo modo, il dipendente è fermo nella propria postazione e sono gli oggetti a venire da lui: il «cervellone», quindi, gli consegna il prodotto, gli dice in che tipo di scatola infilarlo e gli stampa l’etichetta col nome e l’indirizzo del cliente. Poi i pacchi vengono caricati sui camion delle grandi società di spedizione oppure prendono la via dei due depositi di smistament­o di Amazon presenti in Veneto: a Vigonza (in provincia di Padova) e a Verona.

La stessa tecnologia assiste i lavoratori anche nelle fasi precedenti, quando arrivano i camion carichi di merce. Il risultato è che già ieri lo stabilimen­to era un mastodonti­co bazar con ogni genere di prodotto, dai libri agli spazzolini da denti, dai giocattoli ai pezzi di ricambio per le lavatrici.

«Con questo sistema automatizz­ato - assicura il general manager - il lavoro per i dipendenti è più efficiente, dal momento che i loro spostament­i diminuisco­no grazie al movimento degli scaffali. Ma soprattutt­o, ed è questo il principale vantaggio, si riduce al minimo la superficie necessaria a immagazzin­are la merce».

All’interno, c’è un’attenzione quasi maniacale alle norme anti-contagio. Il lavoratore deve rimanere a due metri di distanza dai colleghi, all’ingresso attraversa un termoscann­er simile a quelli usati negli aeroporti, e anche durante la pausa pranzo (ha trenta minuti di tempo, a fronte di turni di sette ore e mezza) siede a un tavolo che può ospitare una sola persona. «Per salvaguard­are salute e sicurezza - dice Stefano Perego, vicepresid­ente Amazon Operations per l’Europa - abbiamo modificato oltre 150 processi. Solo in Italia abbiamo ordinato 131 milioni di unità di disinfetta­nte, 14,8 milioni di guanti, cinque milioni di mascherine, visiere e altre protezioni per naso e bocca».

Dall’arrivo in Italia, nel

2010, Amazon ha investito 5,8 miliardi di euro creando oltre

6.900 nuovi posti di lavoro ai quali si aggiungera­nno altri

1.600 contratti (oltre a Rovigo, sta per partire lo stabilimen­to di Colleferro, nella periferia di Roma) da impiegare nei 25 magazzini sparsi per il Paese.

Ieri, il primo oggetto a fare il suo ingresso nel sito di San Bellino è stato un Cd con le musiche di Ennio Morricone. Il primo a lasciare l’edificio, invece, un palloncino a forma di Uomo Ragno destinato a un bimbo di Rovigo. Si parte da qui.

I sindaci

Le persone avranno un lavoro, diminuiran­no i polesani che emigrano

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Amazon in posa all’ingresso del nuovo centro di distribuzi­one inaugurato ieri in provincia di
Rovigo
Lo Alcuni stabilimen­to dei dipendenti Amazon in posa all’ingresso del nuovo centro di distribuzi­one inaugurato ieri in provincia di Rovigo
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Da sinistra, i sindaci al taglio del nastro; i robot trasportan­o gli scaffali, un dipendente e il manager
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Giuiusa con la mascotte
Primo giorno Da sinistra, i sindaci al taglio del nastro; i robot trasportan­o gli scaffali, un dipendente e il manager Alessio Giuiusa con la mascotte
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