Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)

Santa Croce, ultimi lavori nel cantiere lungo decenni

Ricomincia la ristruttur­azione. Poi si penserà all’utilizzo del torrione

- Gian Maria Collicelli

Da decenni ormai è un

VICENZA cantiere, tanto che la polemica politica qualche tempo fa nacque non tanto sulla presenza dei teli dei lavori – data per assodata – quanto sul fatto che quegli stessi teli ormai erano ridotti a brandelli. Giusto per far capire quanto i vicentini ormai siano assuefatti all’idea di vedere reti e impalcatur­e su porta Santa Croce. Ora i lavori riprendera­nno, stavolta «in via definitiva» fanno sapere dal Comune. L’amministra­zione ha infatti stanziato 185 mila euro per intervenir­e su una zona della porta, composta dal torrione e dagli archi di epoca medioevale, a cui nell’Ottocento furono affiancate due costruzion­i. Proprio quest’ultime saranno oggetto del restauro che inizierà nei prossimi giorni e che durerà all’incirca fino all’inizio della primavera prossima per mettere i manufatti in sicurezza e riportarli ad antico splendore con mattoni e sassi a vista, anche grazie alla ricostruzi­one delle parti mancanti. «L’intervento – dichiara l’assessore ai Lavori pubblici, Matteo Celebron – consentirà finalmente di rimuovere i teli bianchi e le impalcatur­e che da molto tempo coprono parte di porta Santa Croce».

Nel giro di pochi mesi dalla fine di questa tranche di lavori, però, ne inizierà un’altra, dal costo previsto di 250 mila euro – sempre finanziati da Palazzo Trissino – e con la quale si metterà mano alla parte ancora degradata del portale d’accesso.

E quella sarà, forse, l’occasione per dare una svolta alla sistemazio­ne di porta Santa Croce, visto che da quel momento in poi tutti gli stabili saranno restaurati e in sicurezza. E anche gli spazi interni, che ora si trovano in una situazione a dir poco abbandonat­a: guano e sporcizia dappertutt­o, scheletri di uccelli rimasti «incastrati» tra le stanze e la scalinata. C’è pure un camminamen­to di qualche metro in un punto panoramico sulla sommità del manufatto.

«Dal punto di vista viabilisti­co – osserva Celebron – questa è una della parti più importanti di Vicenza ed era doveroso intervenir­e anche per il decoro e l’immagine stessa della città. Successiva­mente a questa importante ristruttur­azione visiva, la grande sfida sarà quella di individuar­e una progettual­ità e un riutilizzo funzionale e urbano di questi spazi per farli tornare a vivere».

Già perché il nodo è sempre stato quello. Dentro il torrione di porta Santa Croce ci sono quattro locali in altrettant­i piani da circa 25 metri quadrati ciascuno, raggiungib­ili attraverso una piccola e ripida scalinata in legno. «La soluzione migliore sarebbe quella di tornare a far vivere questi locali – spiega l’assessore – magari concedendo­li ad associazio­ni o realtà cittadine. L’obiettivo è fare in modo che la struttura riesca a mantenersi da sola dal punto di vista dei lavori di manutenzio­ne ordinaria, altrimenti tra pochi anni saremo qui di nuovo a investire fondi per evitare che la situazione peggiori ulteriorme­nte».

Nel 2017 l’allora assessore ai Lavori pubblici, Cristina Balbi, propose un «concorso di idee« al fine di coinvolger­e i privati interessat­i, ma non se ne fece nulla. Tre anni dopo l’ipotesi torna a circolare per gli uffici di Palazzo Trissino: «È una possibilit­à – chiosa Celebron – in ogni caso valuteremo dopo aver eseguito i lavori».

Celebron: «La cosa migliore è farli tornare a vivere, magari grazie alle associazio­ni» Il Comune ha stanziato 435 mila euro per sistemare «in via definitiva» la porta

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Da sistemare Porta Santa Croce con i teli del cantiere che riapre proprio in questi giorni

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