Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)
I ricoveri salgono ancora Boom di visite ortopediche
E a Treviso 21 classi in quarantena. Muore centenaria
PADOVA Nuova impennata di contagi da Covid-19 ieri in Veneto: 141, per un totale di 26.047 dal 21 febbraio. Treviso da sola ne conta 43, legati alle 21 classi poste in isolamento domiciliare negli ultimi giorni (circa 400 studenti, dall’asilo alle superiori). Un record che porta i trevigiani in quarantena a 1449 (in Veneto sono 7400), il numero più alto dopo i 2081 di Verona. Segue Venezia, con 1233. E sempre a Treviso si sono verificati gli ultimi due decessi (2166 il triste computo regionale), uno dei quali riguarda un’anziana centenaria morta in casa di riposo.
Schizzano a 193 (+24) i ricoveri in Malattie infettive e Pneumologia (23 solo in Azienda ospedaliera a Verona e 21 in quella di Padova), e a 21 (+3) in Terapia intensiva. I guariti sono 20.748 e secondo la Fondazione Gimbe il Veneto conta ora l’8,6% dei contagi rilevati nel Paese, contro il 10% di agosto. E soprattutto contro il 34,9% della Lombardia e l’11,5% dell’Emilia Romagna. Stando all’Associazione medici stranieri in Italia (Amsi), presieduta da Foad Aodi che esercita nel Trevigiano, il 6% dei soggetti colpiti dal coronavirus è immigrato, di cui l’1,5% irregolare. «In giugno e luglio sono cresciuti i contagi specialmente in funzione dell’impennata dei casi d’importazione, che sono circa il 60% — dice Aodi —. A causa del Covid-19 è invece diminuito l’arrivo degli studenti stranieri. Ci auspichiamo che il governo conceda la Tessera Prevenzione Covid ai migranti irregolari e il pediatra ai loro figli e riapra gli ambulatori specialistici pubblici. Misure fondamentali per arginare l’epidemia».
Il centro studi dell’Amsi ha poi rilevato, durante il lockdown, un aumento del 40% delle patologie vertebrali, articolari e muscolari, dovuto alla reclusione in casa e quindi al poco movimento, ma anche allo smart warking, che ha costretto migliaia di persone a lavorare in condizioni non ottimali. «Dalla fine del lockdown sono cresciute del 30% le richieste di visite specialistiche nella sanità privata e accreditata, per paura della gente di andare in ospedale e per il solito problema delle liste d’attesa — rivela Faod Aodi —. Le più gettonate sono le visite ortopediche, fisiatriche e reumatologiche. Poi ci sono gli accertamenti cardiologici, di Gastroenterologia, Diabetologia e Psichiatria, oltre alle consulenze psicologiche. La reclusione forzata ha provocato infatti anche disagi psicologici, spesso sfogati nel cibo. Ma i maggiori problemi li hanno riscontrati gli specialisti di Ortopedia, Fisiatria e Reumatologia — puntualizza il presidente dell’Associazione medici stranieri — visto appunto l’aumento del 40% delle patologie vertebrali, articolari e muscolari legato a obesità, scarso movimento e attività sportiva e ad attività lavorativa a domicilio svolta in condizioni non ottimali. In particolare per quanto riguarda le sedie, l’utilizzo di computer e la presenza dei figli durante l’impegno professionale».
Le patologie più frequenti sono lombosciatalgia, dolori alle cervicali, mal di schiena, fino all’ernia del disco, alla fascite plantare e alla tendinite a mano, polso, piedi e caviglie. Che fare? «Dopo aver consultato il medico, bisogna ricominciare a svolgere attività fisica, o nei casi più seri iniziare la fisioterapia, e seguire una dieta mediterranea», chiude Aodi.