Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)

Schermi d’amore Il cinema dei sentimenti fra Sirk e Fassbinder

- Marianna Peluso

Ricomincia da dove l’avevamo lasciato il Festival del cinema sentimenta­le e mélo «Schermi d’amore». Interrotto in corso d’opera a fine febbraio per l’emergenza sanitaria, finalmente la 16esima edizione è pronta a svelare i suoi numeri. Sono 27 i film che verranno proiettati in 8 giorni, dal 30 settembre al 4 ottobre al Teatro Ristori e dal 5 al 7 ottobre nella sala convegni del Palazzo della Gran Guardia. Il festival è frutto del lavoro di squadra tra il Verona Film Festival e il Comune di Verona e si avvale della collaboraz­ione col Circolo del Cinema e con la Scuola del Fumetto. «Per noi Schermi d’Amore rappresent­a una sfida vinta – le parole dell’assessore alla cultura Francesca Briani -. La rassegna torna tale e quale a come era stata proposta in origine, seppur con nuovi spazi e nuove regole da rispettare. Questa è l’ultima edizione del direttore Paolo Romano, a cui va riconosciu­to il merito di aver portato a Verona, 25 anni fa, un festival che non c’era e che negli anni è cresciuto in qualità e gradimento». Da quest’anno, oltre alla giuria del pubblico, è stata ripristina­ta anche la giuria dei giovani, di cui fanno parte venti ragazzi competenti di cultura cinematogr­afica. Il cartellone si articola in sei sezioni: «Amori in concorso» (con sette titoli in ballottagg­io, tra cui tre opere prime), «Panorama» (riservata ai film fuori concorso), «Elegia di Mizoguchi» (una retrospett­iva dedicata al regista giapponese

Kenji Mizoguchi), «Mazursky in Love» (incentrata sul regista e sceneggiat­ore Paul Mazursky), «La magnifica ossessione di Sirk e Fassbinder» (un confronto artistico tra Douglas Sirk e Rainer Werner Fassbinder, a partire dal paragone fra la pellicola del 1955 Secondo amore e il suo remake del 1973 La paura mangia l’anima), e l’ultima sezione «L’ombra del doppio: Losey e Delon» (un vis-à-vis tra il cineasta Joseph Losey e il divo francese Alain Delon). Fra le pellicole restaurate in cartellone si segnalano il capolavoro di Mizoguchi I racconti della luna pallida d’agosto del 1953, proposto in una copia dell’archivio degli Academy Awards, nonché le nuove versioni in 4k del Messaggero d’amore di Losey del 1971 e La prima notte di quiete di Valerio Zurlini del 1972, proposta a Cannes in occasione della Palma d’oro alla carriera assegnata ad Alain Delon nel 2019. Per tutta la durata del festival, sulla pagina Facebook della Scuola del Fumetto sarà visitabile una mostra digitale dedicata a Kenji Mizoguchi. Programma completo su www.schermidam­ore.it.

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Melò «Secondo amore» di Douglas Sirk

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