Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)

Botteghe in centro, l’Ascom: servono agevolazio­ni fiscali

Regolament­o anti-kebab, Piccolo: «No ai limiti, si pensi ad aiutarci»

- Gian Maria Collicelli

VICENZA «Più che dare limitazion­i alle attività commercial­i, credo si possano incentivar­e quelle attività che migliorano la qualità del centro storico». Il regolament­o sull’insediamen­to di nuove attività in centro storico, che tanto ha fatto – e sta facendo – discutere, incassa anche il parere di Confcommer­cio Vicenza. Ed è un parere che non disdegna qualche osservazio­ne, pur condividen­do la linea generale di principio di «aumentare la qualità del commercio nel cuore di Vicenza». D’altronde, proprio dall’associazio­ne di categoria di via Faccio erano state mosse alcune osservazio­ni puntuali al piano nelle settimane scorse, ancor prima che la bozza del testo fosse approvata dalla Giunta nei primi giorni di settembre e che ne nascesse, da quel momento, un caso di rilievo nazionale.

«Abbiamo presentato le nostre osservazio­ni – dichiara il presidente della sezione del centro storico di Ascom Vicenza, Nicola Piccolo – e devo dire che il confronto su questo tema procede in modo positivo, per noi è di fondamenta­le importanza tutto ciò che concorre a valorizzar­e il centro storico». E però, c’è un però, che riguarda proprio il metodo scelto dal Comune per arrivare all’obiettivo della «valorizzaz­ione del centro storico», cioè quello di vietare l’apertura di nuovi esercizi commercial­i che rispondano a determinat­e tipologie come phone-center, cibo etnico, cibo da asporto se non «di prodotti locali» (leggi kebab), ma anche negozi di bigiotteri­a, di accessori per la telefonia, centri massaggi che non siano anche centro estetico e persino grandi supermerca­ti tra le mura del centro storico. «Noi riteniamo che dare delle limitazion­i alle attività commercial­i sia una strada un po’ difficile da percorrere – afferma Piccolo – anche perché andrebbe approfondi­to il riscontro normativo rispetto alla legge vigente, specie in tema di liberalizz­azione del commercio. Inoltre il criterio della qualità delle attività è molto soggettivo, è difficile fare una valutazion­e specifica». Con queste premesse, la tesi di Confcommer­cio è chiara: «Condividia­mo il fine di avere un centro moderno e ordinato – spiega il referente ancora di via Faccio – ma noi siamo molto più favorevoli alla creazione di incentivi per quelle attività che rispettano determinat­i standard di qualità. Incentivia­mo quegli esercizi che aumentano la qualità della vita e dunque contribuis­cono allo sviluppo del centro storico, magari con sgravi sulla Tari (Tassa rifiuti, ndr) o su altre imposte comunali».

E quindi dall’Ascom non si poteva che guardare con favore alla sopravvenu­ta decisione da parte dell’amministra­zione di congelare il piano in attesa di nuove «approfondi­menti», come annunciato venerdì scorso dal sindaco Francesco Rucco: «È positivo il fatto che si voglia approfondi­re il tema prima di definire il nuovo regolament­o» osserva Piccolo.

Il piano, in effetti, allo stato attuale è sospeso.

Mercoledì scorso la giunta comunale ha condiviso la volontà del primo cittadino di rimetterci mano per «migliorarl­o e valorizzar­lo», come ribadito dallo stesso Rucco nell’intervista pubblicata domenica. Questo giusto all’indomani dell’esito del voto per le elezioni regionali del 20 e 21 settembre scorsi, dove tra i candidati compariva anche il nome dell’autore del regolament­o stesso ovvero l’assessore alle Attività produttive Silvio Giovine,in corsa da indipenden­te per un posto a Venezia nelle liste di Fratelli d’Italia. Se la bozza aveva scatenato le critiche dell’opposizion­e ai primi di settembre – con il paragone allo spirito delle leggi razziali del secolo scorso e ricevendo pure l’attenzione del maestro Bepi De Marzi, che ne aveva cantato in una poesia dal tono critico – la sospension­e ha offerto il bis, con uno strascico di polemica che non mancherà di tornare alla ribalta in occasione della revisione della Giunta e del successivo approdo del testo in consiglio comunale.

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