Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)
Famiglie povere o anziani soli quartieri sempre più solidali
Aiuti economici e assistenziali, patto con la Giunta per coordinare gli interventi
BASSANO I quartieri bassanesi sempre più solidali. Sulla scia del progetto nato spontaneamente dalla sensibilità di alcuni residenti cinque anni fa, c’è ora la volontà di creare una struttura organizzata estesa a tutti i rioni cittadini.
L’obiettivo rimane quello di sostenere il vicino di casa in difficoltà, economica o assistenziale, che per pudore non si rivolge ai servizi istituzionali, ma ora l’esperienza sviluppatasi in quartiere San Marco, per poi coinvolgere altre zone della città, è pronta per fare un salto di qualità diventando un progetto a tutti gli effetti che fa capo all’amministrazione.
Anziani soli, famiglie che hanno perso il lavoro e non arrivano a fine mese, mamme o padri separati con figli a carico, disabili da accudire. Hanno molteplici sfaccettature le nuove povertà, che sono aumentate dopo l’emergenza Covid 19. Sono centinaia le persone finora aiutate, con discrezione, dal coordinamento informale dei volontari guidati da Laura Bosi attraverso raccolte spontanee di cibo, vestiario, materiale didattico, o l’allestimento di mercatini; persone la cui vita è cambiata improvvisamente, ma che faticano a mettersi in fila di fronte allo sportello della Caritas o a quello del Comune per ricevere un aiuto.
Per riuscire a rispondere in maniera efficiente ai crescenti bisogni ed organizzare al meglio le attività di volontariato, quartieri e amministrazione comunale si stanno per dotare di una struttura formale. Sui passi da compiere si è tenuto l’altra sera un primo incontro tra i presidenti dei comitati rionali e l’assessore ai Servizi sociali Mavì Zanata che ha tratteggiato i contorni di un progetto, «Quartierando», predisposto dal Comune tenendo conto anche dei problemi emersi durante il lockdown. Tra i primi interventi da mettere in campo quello di individuare, in ogni rione, una figura di riferimento per l’attività solidale, che oltre a raccogliere i bisogni si interfacci con l’amministrazione, la quale, a sua volta, stanzierà delle risorse economiche attraverso un bando. «Serve un referente unico in ogni zona che, dopo una breve formazione, crei un gruppo di volontari e insieme procedano a mappare i bisogni dei residenti più fragili - ha spiegato l’assessore Zanata - Tra i sui compiti, anche quello di relazionarsi con l’amministrazione e con gli altri referenti nell’ambito di un apposito tavolo. Non è necessario che sia nel direttivo del comitato di quartiere, ma è bene che sia conosciuto nella zona per garantire maggiore sicurezza, abbia sensibilità e tempo da dedicare all’iniziativa». Sostegno materiale e anche morale.
Con il progetto in cantiere si punta a favorire le relazioni di buon vicinato. «I volontari che si metteranno in gioco saranno impiegati anche per alleggerire il carico di lavoro di una famiglia con un congiunto disabile, scambiare quattro chiacchiere con un anziano che vive solo o sbrigare per lui piccole commissioni - ha aggiunto l’assessore Zanata - attività che in parte sono state svolte durante il lockdown, ma che ora vorremmo implementare».
” Zanata I volontari saranno impiegati anche per alleggerire il carico di lavoro di una famiglia con disabili o per sbrigare piccole commissioni per anziani soli