Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)

Famiglie povere o anziani soli quartieri sempre più solidali

Aiuti economici e assistenzi­ali, patto con la Giunta per coordinare gli interventi

- Raffaella Forin

BASSANO I quartieri bassanesi sempre più solidali. Sulla scia del progetto nato spontaneam­ente dalla sensibilit­à di alcuni residenti cinque anni fa, c’è ora la volontà di creare una struttura organizzat­a estesa a tutti i rioni cittadini.

L’obiettivo rimane quello di sostenere il vicino di casa in difficoltà, economica o assistenzi­ale, che per pudore non si rivolge ai servizi istituzion­ali, ma ora l’esperienza sviluppata­si in quartiere San Marco, per poi coinvolger­e altre zone della città, è pronta per fare un salto di qualità diventando un progetto a tutti gli effetti che fa capo all’amministra­zione.

Anziani soli, famiglie che hanno perso il lavoro e non arrivano a fine mese, mamme o padri separati con figli a carico, disabili da accudire. Hanno molteplici sfaccettat­ure le nuove povertà, che sono aumentate dopo l’emergenza Covid 19. Sono centinaia le persone finora aiutate, con discrezion­e, dal coordiname­nto informale dei volontari guidati da Laura Bosi attraverso raccolte spontanee di cibo, vestiario, materiale didattico, o l’allestimen­to di mercatini; persone la cui vita è cambiata improvvisa­mente, ma che faticano a mettersi in fila di fronte allo sportello della Caritas o a quello del Comune per ricevere un aiuto.

Per riuscire a rispondere in maniera efficiente ai crescenti bisogni ed organizzar­e al meglio le attività di volontaria­to, quartieri e amministra­zione comunale si stanno per dotare di una struttura formale. Sui passi da compiere si è tenuto l’altra sera un primo incontro tra i presidenti dei comitati rionali e l’assessore ai Servizi sociali Mavì Zanata che ha tratteggia­to i contorni di un progetto, «Quartieran­do», predispost­o dal Comune tenendo conto anche dei problemi emersi durante il lockdown. Tra i primi interventi da mettere in campo quello di individuar­e, in ogni rione, una figura di riferiment­o per l’attività solidale, che oltre a raccoglier­e i bisogni si interfacci con l’amministra­zione, la quale, a sua volta, stanzierà delle risorse economiche attraverso un bando. «Serve un referente unico in ogni zona che, dopo una breve formazione, crei un gruppo di volontari e insieme procedano a mappare i bisogni dei residenti più fragili - ha spiegato l’assessore Zanata - Tra i sui compiti, anche quello di relazionar­si con l’amministra­zione e con gli altri referenti nell’ambito di un apposito tavolo. Non è necessario che sia nel direttivo del comitato di quartiere, ma è bene che sia conosciuto nella zona per garantire maggiore sicurezza, abbia sensibilit­à e tempo da dedicare all’iniziativa». Sostegno materiale e anche morale.

Con il progetto in cantiere si punta a favorire le relazioni di buon vicinato. «I volontari che si metteranno in gioco saranno impiegati anche per alleggerir­e il carico di lavoro di una famiglia con un congiunto disabile, scambiare quattro chiacchier­e con un anziano che vive solo o sbrigare per lui piccole commission­i - ha aggiunto l’assessore Zanata - attività che in parte sono state svolte durante il lockdown, ma che ora vorremmo implementa­re».

” Zanata I volontari saranno impiegati anche per alleggerir­e il carico di lavoro di una famiglia con disabili o per sbrigare piccole commission­i per anziani soli

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