Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)
Governatore diffamato su Facebook: una condanna e un altro a processo
BASSANO Smentiti dal governatore Luca Zaia per le falsità pubblicate su Facebook il 23 marzo 2019 e condivise su un gruppo di Bassano, avevano fatto sparire i post chiedendo scusa.
Ma Fabio Tommasi, manager 58enne di Bassano, e Mario Fasini, 54 anni di Romano d’Ezzelino, attivo nel volontariato, non sono riusciti ad evitare il procedimento penale per diffamazione, scaturito dalla denuncia formalizzata da Zaia. I due sono stati infatti raggiunti dal decreto penale di condanna da 300 euro ciascuno. Solo Fasini però si è opposto al decreto e ha chiesto di essere processato con rito abbreviato che consente lo sconto di un terzo della pena in caso di condanna. L’udienza è stata rinviata al 27 novembre. Il presidente del Veneto Zaia, rappresentato dall’avvocato padovano Fabio Pinelli (in foto) presente ieri in aula, si costituirà parte civile per chiedere un risarcimento danni. Questo in considerazione del fatto che quanto riportato in Rete sugli ospedali vicentini (allora si dibatteva delle schede sanitarie) andava ben oltre la critica, che si era addebita una decisione legata alla salute pubblica ad un interesse personale. Con l’informazione falsa che la moglie di Zaia lavorasse come manager all’ospedale di Santorso (bugia).
Tommasi, per l’accusa, postando un articolo di giornale, criticando le scelte della Regione che a suo dire penalizzavano il San Bassiano a favore dell’ospedale di Santorso, aveva scritto: «Per una scelta tutta politica da addebitare al governo leghista di questa regione, si vuole depotenziare un reparto vitale come l’unità coronarica e l’emodinamica dell’ospedale di Bassano .. poi basta pensare che l’ospedale di Santorso ha come dirigente la moglie di Zaia e capisci tutto...». Un post, questo, che Fasini condivise sulla pagina «Bassano senza censura».