Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)
Ok all’Autorità No alle richieste di Venezia
I rapporti di forza non cambiano. Grandi navi, comitatone a fine mese
Il decreto Agosto è stato approvato ieri notte al Senato e giovedì diventerà legge alla Camera. Non ci sono però né un aumento dei poteri del ministero dell’Ambiente (salvo nella nomina del presidente), né più coinvolgimento di Regione e Comune.
Gli emendamenti veneziani sono stati praticamente tutti respinti: sia quelli del mondo ambientalista e dei 5 stelle, che volevano più poteri per il dicastero guidato da Sergio Costa, sia quelli di Regione e Comune, che chiedevano un coinvolgimento maggiore. Il «decreto Agosto» è stato approvato ieri nella notte con il voto di fiducia al Senato e giovedì dovrebbe diventare legge alla Camera, sempre con la stessa modalità, senza cambiare testo. E tra le 246 pagine di emendamenti accolti sono pochi quelli che riguardano l’articolo 95, che ha fatto nascere l’Autorità per la laguna di Venezia, che si dovrà occupare della gestione e manutenzione non solo del Mose, ma di tutto l’ecosistema che circonda la città.
Il nuovo ente metterà finalmente ordine nella governance della salvaguardia di Venezia. Sarà guidato da un presidente «scelto tra persone che abbiano ricoperto incarichi istituzionali di grande responsabilità e rilievo e dotate di alta e riconosciuta competenza ed esperienza» e da un comitato di gestione composto anche da altri sette membri nominati da 4 ministeri (Infrastrutture, Economia, Beni Culturali e Ambiente), da Regione Veneto, Città metropolitana e Comune di Venezia.
Uno degli emendamenti accolti, firmato da Leu, prevede che il ministero delle Infrastrutture debba «concertare» con quello dell’Ambiente (prima assente) il nome del presidente, «sentiti» Regione e Comune. Ma il ruolo del dicastero di via Cristoforo Colombo si ferma qui, mentre c’era chi lo voleva almeno pari grado al Mit, se non sovraordinato, come Orietta Vanin, senatrice veneziana pentastellata. «Non sono per niente soddisfatta, mancano le cose più importanti», commenta. L’altra novità è che il comitato di esperti, che affiancherà quello di gestione, avrà un membro in più, indicato dall’Autorità di bacino; inoltre, per dare un «contentino» al sindaco di Venezia Luigi Brugnaro, dalla competenza dell’Autorità viene tolta la gestione di rii e canali interni, che restano dunque a Ca’ Farsetti. Entrano anche un emendamento di Italia Viva per dare 4 milioni di euro ai lavoratori portuali veneziani colpiti dalla crisi Covid e infine uno dei pd Andrea Ferrazzi e Vincenzo D’Arienzo che «pungolano» il governo ad approvare il «protocollo fanghi».
Il prossimo passo fondamentale per Venezia arriverà entro fine mese, quando il governo convocherà un nuovo Comitatone sulle grandi navi da crociera. «Lì presenteremo la nostra proposta per il progressivo spostamento dal bacino di San Marco, prima con una soluzione temporanea e poi con una soluzione definitiva, da realizzare nei prossimi anni», ha confermato ieri il ministero delle Infrastrutture Paola De Micheli. Che ha poi salutato con entusiasmo il test di sabato del Mose, che ha difeso Venezia da una marea di 132 centimetri. «Era previsto fosse completato il prossimo anno, ma noi abbiamo anticipato i tempi perché consapevoli dell’importanza di difendere Venezia». Domenica e ieri però la città è tornata sott’acqua in alcuni punti: la marea era intorno al metro, ma per ora il Mose sarà alzato solo oltre i 130 centimetri.