Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)
Studente positivo primi test in aula «Tutti negativi e subito liberi»
Al Cerletti, ex istituto di Zaia, una positività improvvisa porta il primo test rapido in classe
L’istituto enologico Cerletti di Conegliano, la scuola frequentata in gioventù dal presidente della Regione Luca Zaia, fa da apripista per tutta Italia. Dopo la notizia che uno studente era positivo, i medici della task force dell’Usl 2 di Treviso, in mattinata, sono arrivati e hanno eseguito i test rapidi. L’esito è arrivato dopo pochi minuti: 24 quindicenni negativi, negativi i loro professori. Nessuna quarantena, le lezioni possono continuare.
TREVISO Si comincia subito: primo giorno, primi test Covid a scuola. I medici della task force dell’Usl 2 di Treviso ieri, in tarda mattinata, sono arrivati all’ingresso dell’istituto. Protezione come da protocollo, tuta, mascherina, guanti e tamponi nelle borse. I ragazzi li stavano già aspettando in un’aula protetta e isolata perché un loro compagno è risultato positivo al Covid e potrebbe averli contagiati. Di conseguenza tutti loro rischiavano la quarantena.
In altri istituti è successo, nelle scorse settimane, intere classi sono state rispedite a casa perché questo prevedono le linee guida nazionali, ma in Veneto da ieri l’iter è cambiato, per accelerare i tempi e ridurre i disagi. Ed è stato tutto velocissimo, l’esito è arrivato dopo pochi minuti: 24 quindicenni negativi, negativi i loro professori. Nessuna quarantena, le lezioni possono continuare.
Il caso ha voluto che i primi tamponi in classe siano stati fatti fra i colli del Prosecco, all’istituto enologico Cerletti di Conegliano, la scuola frequentata in gioventù dal presidente della Regione Luca Zaia. Vedi, a volte, le coincidenze. E questa prima esperienza ha dimostrato che portare direttamente fra studenti e insegnanti i test rapidi serve a non mettere a rischio una settimana di preparazione, mantenendo la didattica frontale e allontanando lo spettro della didattica a distanza che riconduce la mente ai duri mesi del lockdown.
Il piano di screening è scattato poco dopo la campanella, quando la madre di uno studente di seconda ha contattato la preside: il figlio, che venerdì presentava sintomi riconducibili al Covid-19, era risultato positivo al tampone (il primo della scuola). La dirigente Maria Grazia Morgan ha subito chiamato il dipartimento di prevenzione: «Abbiamo fatto in modo che i ragazzi in classe indossassero la mascherina anche da seduti, che mantenessero la distanza prevista, che saltassero le due ore di scienze motorie.
Nel frattempo abbiamo organizzato tutto per l’arrivo della task force, producendo l’elenco degli alunni e dei docenti che nelle 48 ore prima di venerdì avevano avuto contatti con lo studente positivo». Ma bisognava avvisare i genitori dato che non era ancora stata predisposta la liberatoria con cui consentire i tamponi in classe: «Abbiamo chiamato le famiglie, una per una, per avere il via libero telefonico che abbiamo trascritto in fonogramma – evidenzia Morgan -.
C’è stata subito grande collaborazione». L’aula-ambulatorio è stata attrezzata in uno spazio attiguo all’istituto e alle 12.30 è partito lo screening. Quando gli esiti hanno suonato il «liberi tutti» i ragazzi sono usciti da scuola con grandi sorrisi e pollici alzati. «Li ho visti sollevati, si sono dimostrati seri e responsabili» racconta Morgan.
Il Cerletti è una scuola unica nel suo genere, il primo istituto enologico d’Italia, e ha millecinquecento studenti, sessanta dei quali vivono in convitto. Uno di loro frequenta la seconda che ieri ha fatto i test. «Per noi era importante conoscere immediatamente l’esito anche per questo motivo – chiude la dirigente - Non sarà facile per l’Usl 2 rispondere a tutti, in questo periodo in cui i casi sono tanti e o gni sospetto va verificato, ma per quanto ho potuto vedere è un buon metodo. Riduce notevolmente i tempi di assenza da scuola, è veloce, l’esito è arrivato in dieci minuti». In classe c’erano 16 ragazzi su 24: loro hanno fatto il tampone a scuola, gli altri sono stati raggiunti singolarmente dalla task force per il tampone.«Abbiamo evitato la quarantena ai ragazzi, era questo l’obiettivo – commenta il dg dell’Usl 2 Francesco Benazzi, che da due settimane spinge per questa soluzione rapida in classe -. Per mesi abbiamo studiato e osservato questo virus, l’andamento epidemico e i casi. Non siamo veggenti, è pratica quotidiana».
” La preside Abbiamo chiamato le famiglie, una per una, per avere il via libera telefonico
” L’Usl Abbiamo evitato la quarantena ai ragazzi, era questo il nostro obiettivo