Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)
Vo’, nessun alunno è infetto Crisanti: «Ma l’aumento di casi è dovuto alla scuola»
E la coppia che si è innamorata sui balconi, durante il lockdow, annuncia: «Ora le nozze»
VENEZIA A un mese dalla riapertura delle scuole, a Vo’ Euganeo, seconda zona rossa d’Italia dopo Codogno e paese della prima vittima del Covid19, Adriano Trevisan di 77 anni, non si registrano alunni contagiati dal coronavirus. Su 650 iscritti a materna, elementari e medie, 50 hanno affrontato il tampone e sono risultati tutti negativi. «Dopo l’inaugurazione dell’anno scolastico con il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, i ragazzi sono molto attenti a rispettare la distanza sociale e l’igienizzazione delle mani», dicono i docenti.
Ieri è arrivata una nuova fornitura di 10 mascherine a studente: le ricevono ogni due settimane. I banchi dismessi vengono invece donati a istituti del Sud in difficoltà, a partire dalla Campania, che non li ha ancora avuti dal ministero dell’Istruzione. A Vo’ le lezioni proseguono inoltre in presenza di psicologi, con l’obiettivo di parlare delle difficoltà legate all’uso della ma scherina e all’imposizione del distanziamento sociale.
Il tema della scuola interessa pure al professor Andrea Crisanti, direttore della Microbiologia di Padova: «Visto il ritorno dei contagi, varrebbe la pena vedere tra 7-14 giorni se i provvedimenti adottati per proteggere alunni, insegnanti e tutti noi dalla riapertura delle scuole funzionano — ha detto ieri a Sky TG24 —. La mascherina protegge, ma siamo stati senza tutta l’estate, con assembramenti importanti, e i contagi non sono aumentati molto. Adesso invece sì ed è l’effetto della riapertura delle scuole e delle attività produttive. Forse bisogna agire lì. Sicuramente la mascherina protegge, ma se sono per strada da solo diventa un provvedimento difficilmente comprensibile — insiste Crisanti —. Il vero problema è che il sistema messo a punto per proteggere gli alunni e la società dalla riapertura delle scuole scricchiola. C’è qualcosa che non va. Non bisogna far entrare a scuola soggetti potenzialmente positivi, va abbassata da 37,5 a 37 la soglia d’allarme della temperatura e si deve impedire l’ingresso ad allievi e insegnanti residenti in zone con contagi a scuola».
In compenso il microbiologo sembra «assolvere» la movida serale: «La chiusura anticipata dei locali nessuno sa se funziona, in Inghilterra l’hanno adottata e i casi sono in aumento. Quanto alle feste private, chi le controlla? Creiamo un gigantesco Grande Fratello che verifichi le presenze? Meglio implementare le misure di sorveglianza attiva, che ci permettono di capire, se una persona è stata contagiata, chi l’ha infettata. Quindi test e contact tracing».
Intanto ieri il Veneto ha registrato altri 223 casi di Covid19, che salgono complessivamente a 28.927. Le vittime sono 2195 (+1), i ricoveri in Malattie infettive e Pneumologia crescono a 195 (+15), mentre in Terapia intensiva restano
20. Scendono a 9306 (-203) i veneti in isolamento domiciliare, 2636 dei quali positivi al tampone.
Incredibilmente l’epidemia ha regalato la felicità a due veronesi, Paola Agnelli, avvocato quarantenne, e Michele D’Alpaos, bancario di 38. Si sono conosciuti uscendo sui rispettivi balconi durante il lockdown e si sono innamorati. Il 4 maggio il primo abbraccio e ora, dopo mesi intensi in cui la loro storia è rimbalzata sulle pagine del Times e di People fino al notiziario della Cnn, pensano al matrimonio. «Non ci sposiamo domani, ma tra un anno e mezzo circa — annuncia Paola sui social — pensiamo a una cerimonia sulla grande terrazza sul tetto di casa mia».