Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)

Cattolica, 20 giorni per chiudere l’aumento di capitale con Generali

Aggiornate le date dell’accordo: venerdì l’esito del recesso

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(f.n.) Cattolica-Generali, l’aumento di capitale entra nei venti giorni decisivi. La prima scadenza è il 9 ottobre, data entro cui Cattolica dovrà comunicare il numero delle azioni consegnate con il diritto di recesso. L’ultima il 23, data entro cui Cattolica e Generali s’impegnano a chiudere l’esecuzione della prima tranche dell’aumento di capitale da 300 milioni riservata a Trieste. Uscito un po’ dai radar dopo il periodo torrido delle assemblee e della decisione del Tribunale delle imprese di Venezia sul ricorso che aveva tentato di fermarlo, l’aumento di capitale con cui Generali diverrà socio forte di Cattolica, ritorna a farsi vedere nella fase finale.

A riaccender­e i fari sull’operazione sono le modifiche all’accordo-quadro tra Cattolica e Generali di giugno, firmato il 23 settembre (nel caso di Generali, sia dall’Ad Italia, Marco Sesana, che da quello di gruppo, Philippe Donnet) depositato in Camera di Commercio. Il testo aggiorna le scadenze previste per l’aumento di capitale, sulla base dei passi compiuti da assemblee e cda e delle autorizzaz­ioni avute, ma anche di quelle di cui si è in attesa, dalle autorità di vigilanza, come il via libera sui prospetti all’aumento di Consob, che Cattolica ha depositato il 18 settembre.

Dunque il primo termine è il 9 settembre. Il dato delle azioni consegnate al recesso dai soci che intendono uscire per il cambio da cooperativ­a a spa è atteso. Cattolica ha posto come limite per procedere con la spa il 20%, impegnando una cifra massima di oltre 180 milioni. Soglia che, da quanto si capisce, non pare destare preoccupaz­ioni, pur se i prezzi di Borsa intorno al 24 settembre (quel giorno il valore di chiusura era stato 4,68 euro) erano rimasti lontani dai 5,47 euro del recesso, rendendo potenzialm­ente allettante l’operazione. In ogni caso entro il 24 ottobre Cattolica dovrà comunicare se la soglia sia stata o meno superata e se, nel primo caso, rinuncia al limite.

Se la soglia scattasse, specifica ora l’accordo, Cattolica e Generali, nella settimana tra il 9 e il 16 ottobre, discuteran­no tra loro e con la vigilanza «le azioni volte al buon esito dell’operazione». In ballo anche l’esenzione dall’Opa nel caso in cui Generali acquistass­e azioni inoptate dal recesso, salendo subito oltre il 24,4%. L’esecuzione da parte di Generali, comunque va chiusa, secondo l’accordo rivisto, entro il 23 ottobre. Scadenza da legare alla decisione finale sul recesso del giorno successivo. Perché se l’aumento da 300 milioni si chiude entro il 23, Generali, come dice l’accordo, potrà esercitare, pro-quota, il diritto di opzione sulle azioni di Cattolica derivanti dal recesso. Sostegno comunque rilevante rispetto a un passaggio costoso.

Dopo l’ingresso, Generali potrà nominare tre membri del cda. Un posto è comunque già a disposizio­ne dopo le dimissioni venerdì di Pierantoni­o Riello «per motivi di natura esclusivam­ente personale», come ha specificat­o il comunicato di Cattolica.

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La sede di
Cattolica assicurazi­oni a
Verona. Entra nella fase finale l’esecuzione dell’aumento di capitale di
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Stretta finale La sede di Cattolica assicurazi­oni a Verona. Entra nella fase finale l’esecuzione dell’aumento di capitale di Generali

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