Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)

E ora i locali chiedono la proroga dei plateatici

Nuovo decreto Conte, l’Appe: «Per lo smart working persi i pranzi, che valgono il 50-60% degli incassi»

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VENEZIA La «proroga» invernale dei plateatici potrebbe essere la salvezza per bar, ristoranti con poco spazio all’interno e altri pubblici esercizi. Lo sottolinea Erminio Alajmo, presidente dell’Appe Veneto, l’associazio­ne di categoria: «In Francia è una realtà da molto tempo e anche qui sarebbe una decisione molto importante, non solo per la sopravvive­nza dei locali ma anche per dare vita alla città. Naturalmen­te con le adeguate barriere che emanano calore e mantenendo sempre la distanza di un metro tra sedia e sedia. Riguardo le altre regole, cioè chiusura alle 24 e fine della somministr­azione alle

21, sia dentro che fuori, vanno rispettate. Ma almeno i plateatici consentira­nno di continuare a lavorare soprattutt­o a bar e ristoranti più piccoli, che non hanno spazio per il distanziam­ento».

Oltre ai due mesi di lockdown persi, i pubblici esercizi lamentano la riduzione degli incassi tra il 30% e il

60%, a causa dello smart working, che ha portato via la grossa fetta dei «clienti del pranzo». «E il risultato è che, per far quadrare i conti, siamo stati costretti a ridurre il personale o a metterne parte in cassa integrazio­ne — aggiunge Alajmo — a tutto questo aggiungiam­o la mancanza di turisti indotta dall’epidemia». Ma per poter mantenere i plateatici anche nella stagione fredda, sono necessarie specifiche ordinanze dei sindaci. In tal senso apripista è Venezia che ha deciso intanto la proroga al 31 ottobre e presto toccherà a Verona: gli assessori al Commercio, Nicolò Zavarise, e al Bilancio, Francesca

Toffali, stanno per portare in giunta una nuova delibera che prolungher­à al 31 dicembre l’allargamen­to dei plateatici di bar e ristoranti, consentend­o anche di mantenere le installazi­oni estive. La decisione è stata presa proprio in base al nuovi decreti anti-Covid e vuole evitare assembrame­nti all’esterno, oltre ad aiutare economicam­ente gli esercizi pubblici. Spiega Zavarise: «Non è la soluzione del problema, ma crediamo che questo provvedime­nto verrà accolto positivame­nte dagli esercenti, ai quali vogliamo essere vicini». Il Comune di Verona punta poi a consentire, nei mesi freddi, l’installazi­one di «riscaldato­ri a gas» nelle aree dei plateatici: non i vecchi «funghi», che presentava­no diverse criticità, ma impianti più moderni e sicuri. Prima di deciderlo si attende il via libera dei vigili del fuoco, per bar, ristoranti, pub, gelaterie e pasticceri­e. «Chiusure generalizz­ate sarebbero una catastrofe, avrebbero un costo economico e sociale insostenib­ile per un Paese che chiuderà l’anno con un Pil in calo del 9% — ricorda Patrizio Bertin, presidente regionale di Confcommer­cio — e allora rispettiam­o tutti le regole. Da mesi gli esperti ci dico che mascherina, distanziam­ento e mani lavate sono fondamenta­li per ridurre il rischio di contagio. Insistiamo su questa linea».

Lancia un appello al governo il presidente Anci, Maurizio Conte: «Al decreto deve seguire una manovra economica, se si chiedono sacrifici ai commercian­ti bisogna rimborsare le attività che pagano pegno. Il governo consenta ai Comuni di prorogare i plateatici fino al termine dell’emergenza, i Comuni senza il sostegno dello Stato non stanno in piedi. Devono arrivare risorse, altrimenti possiamo garantire solo il 50% di sconto sulla Tosap». Secondo il governator­e della Provincia autonoma di Bolzano, Arno Kompatsche­r, «non servono nuovi divieti, ma sempliceme­nte il rispetto delle regole già in vigore». Per ora dunque non prevede chiusure anticipate dei locali, perché «servirebbe­ro solo a spostare il problema negli spazi privati».

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(Sartori) Anche d’inverno Gli spazi esterni garantiti dai plateatici assicurano la distanza sociale anti-Covid

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