Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)
Laboratoriotessile, laFinanza trovaundicioperaiirregolari Due sono clandestini. Tre denunciati emaxi-sanzione
È di undici lavoratori «in nero», due dei quali irregolari in Italia, tre persone denunciate e sanzioni per oltre 24 mila euro, il bilancio del blitz messo in atto dalla guardia di finanza di Bassano in un laboratorio tessile di via Aldo Moro a Rossano Veneto, gestito da un cittadino di nazionalità cinese di 48 anni.
L’attività delle fiamme gialle era iniziata a seguito di una normale verifica delle nuove partite Iva aperte nel corso dell’anno appena concluso: quella in questione, riconducibile a una impresa individuale, era stata avviata solamente nello scorso mese di luglio.
Il controllo di routine effettuato nei giorni scorsi dalla guardia di finanza ha permesso di riscontrare un notevole numero di irregolarità: all’interno dell’area produttiva di via Moro, infatti, i militari hanno identificato ben undici lavoratori di nazionalità cinese e pakistana, impiegati «in nero», due dei quali peraltro sono risultati anche privi del permesso di soggiorno e di qualunque altro documento capace di giustificare la loro presenza all’interno del territorio italiano. I due lavoratori in questione sono stati così denunciati alla procura della Repubblica di Vicenza per ingresso e soggiorno illegale nel territorio dello Stato italiano.
Una terza denuncia, invece, è scattata nei confronti del quarantottenne cinese, loro datore di lavoro, accusato di aver occupato alle proprie dipendenze lavoratori stranieri extra comunitari, privi del permesso di soggiorno.
In considerazione, poi, della quantità di persone impiegate irregolarmente all’interno dell’azienda le Fiamme Gialle, oltre a comminare al titolare una sanzione di poco inferiore ai 25 mila euro, hanno proposto all’Ispettorato Territoriale del Lavoro di Vicenza la sospensione dell’attività imprenditoriale.
Quella dei giorni scorsi non è stata la prima verifica effettuata dagli uomini della guardia di finanza del comandante bassanese Alberto Potenza all’interno del capannone di via Aldo Moro a Rossano Veneto. Già in precedenza le fiamme gialle, infatti, avevano effettuato controlli nello s tabi le ma in quel caso l’azienda tessile, che all’epoca faceva capo ad un altro imprenditore cinese, era risultata perfettamente in regola con le normative in materia di lavoro, sicurezza e di immigrazione.