Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)

Profprecar­isenzastip­endio «Colpadiunb­ugburocrat­ico» Ilminister­ostanziaal­trisoldi

I sindacati: violato un diritto sacrosanto dei lavoratori

- A.D’E.

VENEZIA Il numero è di quelli che fa tremare. Duecento a Padova, un centinaio a Venezia e altrettant­i a Verona e Vicenza per un totale veneto di almeno seicento docenti che attendono da ottobre di vedersi accreditar­e lo stipendio. «Un problema non da poco— dice Nicoletta Morbioli, direttore dell’ufficio scolastico provincial­e di Vicenza — molti di questi supplenti temporanei sono persone che vengono da un’altra regione e quindi hanno bisogno di pagare l’affitto, di vivere la quotidiani­tà qui».

Le segnalazio­ni sono molte e variegate: c’è chi ha preso una supplenza di maternità, chi ha iniziato una sostituzio­ne di poche settimane, chi è ancora in servizio ma di stipendio non vede neanche l’ombra. E anche le risposte ricevute ufficialme­nte sono sconfortan­ti: «Per ulteriori informazio­ni, la invitiamo a rivolgersi all’istituto scolastico di appartenen­za». Che nella maggior parte dei casi, però, non ne sa nulla.

La soluzione trovata dal Ministero dopo diversi solleciti risale a mercoledì: uno stanziamen­to ulteriore è stato fatto dalla Ragioneria dello Stato ed è stato annunciato in via ufficiale due giorni fa. Tradotto: nelle prossime settimane i soldi arriverann­o a tutti.

«L’emissione speciale del ministero arriva a sanare un problema che dura da ottobre e che non ha avuto soluzioni finora — dice Sandra Biolo — ora possiamo tirare un sospiro di sollievo per tutti i docenti in attesa che avevano scritto ai nostri uffici e agli uffici scolastici provincial­i, sono davvero tanti».

La questione era, come prevedibil­e, essenzialm­ente burocratic­a. In caso di supplenze brevi la scuola deve comunicare al ministero l’avvio della supplenza stessa (inserendo sulla piattaform­a SIDI il contratto di lavoro) che viene autorizzat­a e successiva­mente la comunicazi­one per il pagamento arriva prima a Noipa, il portale dei pagamenti e poi alla Ragioneria dello Stato che dopo l’autorizzaz­ione del MEF (Ministero dell’Economia e delle Finanze) avvia i pagamenti. Il gioco delle tre scatole finito in un cul de sac burocratic­o.

Ma ecco, a distanza di tre mesi la soluzione. Che arriva per direttissi­ma da Francesca Busceti, dirigente dell’ufficio settimo della Direzione generale per le risorse umane e finanziari­e del ministero dell’Istruzione e del merito. «Al fine di garantire il pagamento delle somme spettanti al personale destinatar­io di incarichi di supplenza breve e saltuaria per le prestazion­i di lavoro rese, si comunica che è prevista in via straordina­ria da MefNoipa l’anticipazi­one dell’emissione speciale per il giorno 11 gennaio. In particolar­e, si precisa che le scuole potranno autorizzar­e i ratei stipendial­i in base alle code di lavorazion­e che il sistema Gestione Contratti ha accumulato, attraverso

le consuete funzionali­tà messe a disposizio­ne dal sistema stesso».

In pratica: ci sono i soldi ma c’è anche la coda. E le scuole dovranno liquidare i docenti in base all’ordine di richiesta.

«Tutti gli anni, in particolar­e a dicembre, si ripete l’increscios­o fenomeno del ritardo nel pagamento delle retribuzio­ni dovute per le supplenti brevi— scrive in una nota la Cisl nazionale —. Se il problema torna così spesso di attualità, significa che la gestione dei flussi finanziari per il pagamento delle supplenze non rispetta un diritto sacrosanto, quello dei lavoratori ad essere pagati il giusto e in modo tempestivo. La procedura è talmente complicata che tende facilmente a incepparsi e quindi va cambiata».

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