Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)

«Congiochif­requentief­acili cresceanch­eladipende­nza»

- (s.ma.)

La differenza fra la lotteria dell’Epifania (1,5 milioni di euro spesi in Veneto) e i gratta e vinci (882 milioni) non sta solo nelle cifre. «La lotteria è una tradizione, una volta all’anno in modo puntuale, non aggrava la situazione di gioco occasional­e mentre per esempio i gratta e vinci, facili da reperire, di capillare distribuzi­one e immediata comprensib­ilità, sono una spinta alla vincita facile - spiega Amelia Fiorin, referente della Regione Veneto nell’Osservator­io nazionale per il contrasto al gioco azzardo –. Noi operatori della sanità siamo preoccupat­i, doveva essere messa a regime la regolament­azione, invece è possibile che si aggiunga un’altra estrazione del lotto. La frequenza in aumento può sviluppare un processo di dipendenza».

Dottoressa Fiorin, chi sono gli utenti dei servizi contro le dipendenze?

«Stanno cambiando molto, in particolar­e dopo la pandemia. Prima erano quasi esclusivam­ente giocatori fisici, in presenza, ora sono misti, anche on line. Avevamo una grossa fetta, la fascia dai 45 anni in su, con una forte propension­e al gioco delle slot, in prevalenza maschi. Da quando il gioco on line è cresciuto, con la chiusura delle sale, l’età si è abbassata. Arrivano persone dai 35, anche 25 anni in su. I giovani però scelgono soprattutt­o le scommesse sportive».

Quando si accorgono di avere una dipendenza?

«Se ne accorgono per primi familiari e amici. La persona può cambiare umore, estraniars­i, negare o trovare scuse per i soldi mancanti. Il tempo di latenza, da quando si inizia a giocare a quando si arriva ai servizi, a volte varia dai 5 ai 7 anni».

Aumentano l’inflazione, e le spese, ma i soldi per giocare non mancano mai.

«Noi esseri umani abbiamo un cervello sensibile alla gratificaz­ione, soprattutt­o a quella del denaro. Questa idea passa anche attraverso il guadagno facile o giochi che, in realtà, ci illudono di vincere. Invece con l’aumento delle giocate la possibilit­à di recuperare è sempre più bassa. La singola giocata alla lotteria non è un rischio. Lo è normalizza­re il fatto che tutti giochino: la platea così aumenta».

Come si muove lo Stato su questo fronte?

«Attraverso la tassazione di questi giochi il governo può affrontare spese collettive, ma è una contraddiz­ione in termini. Da una parte il ministero della Salute ci offre fondi per affrontare i giocatori patologici, dall’altra il governo autorizza un meccanismo che può indurre una quota di soggetti a chiedere aiuto. L’osservator­io per il contrasto al gioco d’azzardo ha chiuso il suo triennio nel 2022 e non è stato ricostitui­to. Partecipav­ano molti soggetti, Regioni, associazio­ni di familiari, ministero della Salute, consumator­i, un rappresent­ante del Mef. Ora, sembra che sia stata costituita una conferenza separata, sotto il cappello del solo Mef, che gestisce i monopoli, e cambia il punto di osservazio­ne. Auspichiam­o che l’osservator­io sia ricostitui­to nel 2024».

Scommesse e biglietti non sono vittorie o guadagni facili: è solo un’illusione

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