Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)

La banda fa esplodere il bancomat e fugge con 15mila euro

- Rebecca Luisetto

bottino di circa 15.000 euro è quello raccolto l’altra notte da una banda di malviventi che ha fatto esplodere lo sportello bancomat delle Banche Venete Riunite in via Vicenza ad Altavilla ( foto Sarappa). I ladri sono entrati in azione attorno alle 2 di notte e hanno messo in atto la classica «tecnica della marmotta». Un modus operandi molto utilizzato per scardinare gli sportelli automatici delle banche. Si tratta di un oggetto in metallo che viene riempito di polvere da sparo e che ha all’altra estremità una miccia. I ladri ne appoggiano una parte nella fessura da cui escono le banconote e poi danno fuoco allo stoppino che innesca l’esplosione. La deflagrazi­one è abbastanza potente da sventrare la cassa e permettere ai malviventi di raggiunger­e il denaro. Questo oggetto viene chiamato «marmotta» perché pare che il suono che ne proviene non appena viene acceso assomigli al verso dell’animale. «Si tratta di una banca appena insediata – spiega il primo cittadino di Altavilla Carlo Dalla Pozza. – Non credo sia stato un buon posto dove realizzare un reato, quella è una zona piena zeppa di telecamere». Si tratta infatti di un’area in cui sono presenti diverse attività commercial­i, tra cui anche una farmacia. Sul caso stanno ora indagando i carabinier­i di Vicenza, che hanno già raccolto tutti gli elementi utili per identifica­re i responsabi­li. Si tratta del primo bancomat nel mirino dei malviventi da inizio anno in provincia. Ma solo qualche settimana fa, il 2 dicembre, un altro colpo ad uno sportello automatico era avvenuto a Villaverla. Anche in questo caso era stata colpita una filiale di Banche Venete Riunite, quella che si trova lungo via Roma. L’assalto era avvenuto attorno alle 4,30. Una banda formata da cinque persone con il volto travisato dal passamonta­gna aveva fatto saltare lo sportello ed era poi fuggita con il denaro rubato a bordo di un’auto scura. Il bottino era ancora più importante di quest’ultimo colpo: si parlava di circa 40.000 euro. Anche su quella vicenda stanno indagando i militari dell’arma.

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