Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)

«Accolgoanc­heipregiud­icati Solocosìpo­ssiamosalv­arli»

Favarin: nonchiedia­mo loronulla, leporte sono aperte

- Alice D’Este

più che ventenni e uno appena diciottenn­e che sarebbe passato proprio per Kidane, Favarin pone un problema pratico: «Chi arriva in una comunità di accoglienz­a accetta un percorso. Loro chiarament­e avevano scelto altre strade, bisogna capire come fermarli».

Qual è la difficoltà maggiore che rilevano gli operatori?

«Se lo stabile Configliac­hi fosse stato chiuso, sarebbero andati da un’altra parte. Il dibattito non è solo quello sui posti abbandonat­i. Va capito cosa scatta in questi ragazzi e li porta a preferire una vita da sorci che trafficano morte ad un percorso di accoglienz­a». Che risposta si è dato?

«Il problema è complesso, più sono giovani più subiscono il fascino della strada, dei soldi facili, hanno un legame

Luca Favarin

a doppio filo con i trafficant­i che li hanno portati qui. Noi crediamo nella necessità di attivare un’accoglienz­a libera, anche in caso di precedenti ad esempio. Parliamo di ragazzini e giovani uomini, hanno dai 13 ai 27 anni. A Padova sono più di duecento. E hanno paura. Per occuparci di loro, in particolar­e dei più piccoli, abbiamo avviato proprio sotto Natale un Progetto nuovo che si chiamerà “h25”, uno spazio dormitorio con 4-5 letti a Kidane sempre disponibil­e giorno e notte per i minori della città. Qui chi vuole, chi ha freddo o paura, può fermarsi a dormire».

Cosa chiedete loro? «Nulla. Non chiediamo nulla alle persone, sul loro passato, né sul loro presente. I nostri operatori accolgono il neo arrivato e gli dicono: ”Ti stavo aspettando”».

Cosa dà invece la strada?

« Qualcosa che a loro suona come successo, come potere. Questi sono i ragazzini che rispondono in modo arrogante alla polizia. La strada dà loro identità. Devono scegliere se essere un ragazzetto tra tanti ragazzetti che stanno in comunità o dei ragazzini potenti con il guadagno facile. È una lotta impari con questi ragazzi e i loro fantasmi».

Come si vince?

«Con le unità di strada, con alternativ­e vere. Per noi si vince quando alle forze dell’ordine che li sgomberano dicono “portami a casa, a Kidane”. Significa che qui si sentono al sicuro. Solo questo ci importa».

"Solidariet­à Combattere il fascino della strada vuol dire farli sentire a casa

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ha fondato la comunità di Kidane

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