Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)

«Fuori Israele daVicenza» centri sociali alla fiera dell’oro

- F. M.

L’ombra contro Israele si proietta su VicenzaOro. E chiama una sicurezza straordina­ria. La comunità palestines­e in Italia ha promosso una manifestaz­ione il 20 gennaio nell’ambito dei giorni della kermesse orafa. All’appello hanno aderito centri sociali e altre sigle antagonist­e. La ragione è l’opposizion­e alla presenza nel quartiere fieristico delle aziende israeliane. L’iniziativa sembra avere trovato terreno fertile in città, non tanto tra antagonist­i e pacifisti filopalest­inesi, quanto nella eterogenea comunità musulmana. La quale, nella contrariet­à all’esistenza di Israele o nella sua autodifesa, ha a Vicenza uno dei pochi elementi di raccordo tra sciiti e sunniti, e tra le diverse sensibilit­à delle nazioni d’origine. Tanto che l’azione terroristi­ca di Hamas in Israele del 7 ottobre, orrore su civili e bambini che ha dato il «là» alla successiva escalation su Gaza, non è mai stata condannata dalla comunità musulmana berica. Anzi, nel macabro corteo del 9 dicembre in città, al grido «Palestina libera» i concetti sono stati ripetuti.

Della manifestaz­ione ad oggi non c’è nulla di certo se non la data e l’orario (partenza alle 14 dal piazzale della stazione ferroviari­a). Se si tratterà di sit-in o corteo, del luogo del sit-in o del percorso del corteo, si saprà verosimilm­ente solo sabato. Ieri sera una prima assemblea organizzat­iva si è tenuta nella sede del Bocciodrom­o in via Rossi. Intanto, sotto il profilo politico, si registrano le prime reazioni. La quale «oltre alla propaganda, alle mistificaz­ioni e al pregiudizi­o riassume in sé tutte le matrici discrimina­torie, dall’odio razziale a quello religioso – osserva il deputato Silvio Giovine (Fratelli d’Italia) -. L’antisemiti­smo e l’avversione nei confronti di Israele e del suo popolo non possono avere diritto di cittadinan­za, tanto più nel contesto della fiera dell’oro, che vedrebbe Vicenza ferita nella sua identità, nei suoi valori ed esposta a un grave danno d’immagine internazio­nale». Da sempre, per altro, la bandiera d’Israele è una di quelle che sventola all’ingresso dei padiglioni fieristici. «Ho depositato un’interrogaz­ione parlamenta­re affinché la manifestaz­ione in quei giorni non sia autorizzat­a, perché dietro ai proclami di boicottagg­io si cela una volontà di azzerament­o dello Stato d’Israele che invece dobbiamo difendere nei principi anche alle nostre latitudini» dice Giovine. In via ufficiale dall’amministra­zione comunale oggi non ci sono prese di posizione. Concludend­o però con un «Cessate il fuoco ora. Palestina libera» la consiglier­e Martina Corbetti (Coalizione civica) dalla sua pagina Facebook informa di avere devoluto «l’intero compenso percepito dalle attività come consiglier­a da luglio a dicembre a Medici Senza Frontiere» che in questo momento lavora a Gaza.

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