Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)
Istituti accorpati, la Cgil: spariranno alcune scuole, decisione calata dall’alto
Scuola e autonomia, lo scontro è già cominciato. Mentre, contestualmente, continua quello sul processo di dimensionamento «voluto dal governo e, in Veneto, calato dall’alto dall’assessore regionale all’Istruzione Elena Donazzan». Così Carmelo Cassalia, segretario generale di Flc Cgil. La riflessione è emersa ieri mattina a margine dell’iniziativa «Camper dei diritti» promosso dal sindacato.
La preoccupazione per il futuro della scuola «anche come ascensore sociale è forte» afferma il sindacalista.
Come detto c’è il tema del dimensionamento che «per quanto riguarda il Veneto vedrà la scomparsa di 42 scuole» afferma Cassalia. E «il Vicentino non è escluso. Da quanto emerge, per esempio, il Tron, il Martini e lo Zanella di Schio saranno accorpati». Se i numeri sono le discriminanti per il dimensionamento il Vicentino sarà toccato in misura minore. Stando ai dati della direzione generale dell’Ufficio scolastico reg i o n a l e , n e l l ’ a n n o s co l a s t i co 2023/2024, in provincia risiede il maggior numero di studenti iscritti nelle statali, dall’infanzia alle superiori. Un esercito di 105.839 studenti. Secondo al Vicentino c’è il Veronese con 105.233 alunni. Il numero degli studenti per classi è mediamente in linea con quello delle altre province: 20 all’infanzia, 18 alla primaria, 20 alle medie, 22 alle superiori.
L’altra partita è l’autonomia. Intendiamoci: la legge nazionale non è ancora stata approvata. Ma qualcosa è già emerso. «Se gestita in modo in modo da garantire i diritti universali di uguaglianza – osserva Cassalia – l’autonomia può essere un’opportunità. Ma l’autonomia differenziata nella scuola è un pericolo. Tra i rischi si cela infatti la prospettiva che per esempio in Veneto la scuola sia asservita alle categorie produttive in perenne ricerca di personale. Ma sappiamo benissimo che quando le cose vanno male quelli che perdono il lavoro sono difficilmente ricollocabili». Inoltre «l’autonomia differenziata nella scuola rischia di incidere negativamente non solo sulla formazione degli studenti ma anche sulla qualità dell’insegnamento se non altro per il fatto che aumenta il potere della politica nel sistema». Si paventa poi, per la Cgil, un altro pericolo. Ossia, afferma Cassalia «i titoli di studio potrebbero avere un riconoscimento diverso da regione a regione oppure non potrebbero nemmeno essere riconosciuti». Ma questo, almeno in Veneto, nei processi di accesso alla pubblica amministrazione potrebbe essere per gli autoctoni tutt’altro che uno svantaggio.