Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)
Fine vita, l’associazione avverte: «Segnaleremo i nomi pro-morte»
interno, fa distinzioni rilevanti, e c’è il rischio che qualcuno non partecipi al voto, uscendo dall’aula. Fra i favorevoli alla legge, oltre al governatore Zaia (sarà in aula per il voto) anche il capogruppo Alberto Villanova. «Ho grande rispetto per le opinioni di tutti, anche di chi è contrario – afferma Villanova -. Su un tema tanto delicato non c’è bianco e nero, giusto o sbagliato, ma sensibilità diverse». Sulla minaccia di «gogna pubblica» dei «Pro vita», Villanova si scompone ben poco: «Credo che le minacce non facciano onore a chi le fa. La votazione sarà palese, non sarà necessario segnalare nessuno. Posso già dire che il mio sarà un sì, senza paura di fare qualcosa che meriti di entrare in una “lista di prescrizione”. Rivendico la libertà di poter votare in coscienza. Sono convinto che sia necessario che lo Stato si doti di una norma per il fine vita. Non avendolo fatto, siamo chiamati a esprimerci su una legge di iniziativa popolare».
FdI schiererà i suoi cinque consiglieri per spiegare le motivazioni del no: il tema, dicono, è di «grandissima rilevanza etica e sociale, non vogliamo che sia ricondotto a una appartenenza di partito»; e ancora, «è il tempo di darsi la mano tra coloro che non si arrendono alla società dello scarto e che desiderano dare voce a chi pensa che un’altra risposta sia possibile». Citano la rete «Ditelo sui tetti», che poco dopo la nota dei Fratelli
"AlbertoVillanova (Lega) Leminacce non fanno onore a chi le fa. Il voto sarà palese, ilmio sarà un sì senza paura di liste
prende posizione. «La proposta – afferma il coordinatore Domenico Menorello – non dovrebbe nemmeno essere considerata ammissibile, esorbita dalle competenze regionali. Non c’è bisogno di una legge come questa per evitare l’accanimento terapeutico, meglio investire sulle cure palliative, ancora troppo esigue. È una pretesa solo ideologica». (s.ma.)