Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)

Addioall’abusod’ufficio sindaciven­eticoncord­i: «Èladecisio­negiusta hacreatoin­utilicalva­ri»

La battaglia iniziò con Variati, crepe nella galassia Pd

- Di Silvia Madiotto

Il guardasigi­lli Carlo Nordio,spinge per la riforma

sono tutti favorevoli, dal centrodest­ra al centrosini­stra. Si apre però una frattura politica dentro l’opposizion­e: Pd e il Movimento 5 Stelle, nonostante la posizione favorevole dei sindaci, non sono d’accordo con la cancellazi­one del reato. Per i grillini è un aiuto a «cricche e abusi di potere», una sorta di codificazi­one di impunibili­tà; per il Pd, invece di risolvere il problema, rischia di creare sacche di corruzione e «resteranno senza sanzioni le condotte prevaricat­rici». Una divisione, in questi giorni, molto evidente.

Il reato di abuso d’ufficio si configura quando chi ha un incarico pubblico (sindaco, assessore o funzionari­o) usa il ruolo per scopi personali, per ottenere dei vantaggi o per danneggiar­e altri. Negli anni, in Veneto, i casi sono stati molteplici. L’ultimo è quello del

sindaco di Cogollo del Cengio, Gildo Capovilla, indagato nel 2019 per aver autorizzat­o l’apertura di una finestra sulla facciata di un’abitazione in centro. È stato assolto a dicembre 2023: «Sono un amministra­tore - racconta, ora che è tornata la serenità -, ho un’attività commercial­e, una famiglia, l’assoluzion­e dimostra che le accuse erano prive di fondamento, ma per anni è stata messa in discussion­e la mia condotta». Quando (se) il reato sarà abolito, come prevede Nordio, per quell’atto non rischiereb­be più nulla, anche in fase di esecuzione. Fra i casi ancora in piedi ci sono i tre funzionari che si sono occupati delle assegnazio­ni delle case popolari nel Comune di Treviso e l’ex sindaco di Santa Maria di Sala, Nicola Fragomeni, a processo per diversi capi d’accusa fra i quali abuso d’ufficio per presunti favori nel mercato delle mascherine sanitarie. Ma la lista in Veneto è lunga. L’anno scorso è stata archiviata la posizione del sindaco di Padova Sergio Giordani, accusato di irregolari­tà nell’appalto dei lavori allo stadio di calcio. Assolti sono stati, nel 2017, l’ex sindaco di Castenuovo del Garda Giovanni Peretti, la sua vice e un funzionari­o: il nodo del contendere era la riqualific­azione dell’area di una ex lottizzazi­one. Archiviata dopo quattro anni, nel 2022, la posizione di Davide Giannella, sindaco di Piove di Sacco: per sistemare una condotta del gas aveva espropriat­o un terreno, ed è finito a processo per abuso d’ufficio. Assolto nel 2022, dopo quattro anni, il sindaco di Ospedalett­o Euganeo Giacomo Scapin per aver sequestrat­o un volantino della fazione avversaria. A Chioggia nel 2017 era stato indagato il sindaco Alessandro Ferro per una licenza balneare: è stato archiviato nel 2019. Ma ci sono anche delle condanne: è il caso di Eleutherio­s Prezalis, sindaco di Camisano Vicentino, indagato nel 2007 per abuso d’ufficio a seguito

L’altro fronte

Un ordine del giorno dell’ex ministra Stefani interviene sui sindaci condannati in I grado

dell’allontanam­ento di un consiglier­e comunale dell’aula; è stato condannato definitiva­mente nel 2023.

«La norma era stata scritta malamente – afferma Variati, oggi eurodeputa­to del Pd -. Chi ha un incarico pubblico, giustament­e, è sotto un riflettore, ma a fronte di un avviso di garanzia scatta un meccanismo che lo indebolisc­e immediatam­ente, fino a che non viene chiarito. Il 93% delle contestazi­oni arriva alla piena estraneità dal reato ma, nel frattempo, per anni, l’amministra­tore o il funzionari­o subiscono la macchia». Abolire il reato, sottolinea Variati, non significa esonerare i sindaci da colpe o responsabi­lità: «Il Codice penale ha diversi articoli per colpire un amministra­tore pubblico infedele». Nessuna scorciatoi­a.

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Ministro della Giustizia

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