Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)

Le serre appena inaugurate e già in degrado: «Assurdo»

Scontro su ParcoQueri­ni: «Un progetto natomale»

- F. M.

Che a dicembre fosse un’inaugurazi­one spot corredata con annuncio di apertura imminente era noto. Ma la temporanei­tà dello spot rischia di protrarsi così in là nel tempo tanto che il termine «abbandono» è già nell’aria. Si parla delle serre di Parco Querini, vestigia del monastero delle clarisse, la cui riqualific­azione e riapertura tornano nell’occhio del ciclone. E forse non è nemmeno una sorpresa considerat­o che il nuovo corso delle serre ha attraversa­to tre amministra­zioni. Ciò che gli occhi oggi vedono è la torretta restaurata, erbacce morte, l’unico bagno unisex chiuso, gli arredi urbani di legno impregnati di acqua e umidità. «È difficile pensare che meno di un mese fa sia stata inaugurata» osserva dall’opposizion­e Stefano Notarangel­o (Rucco Sindaco).

Sullo sfondo aleggia quel milione e 850 mila euro ricavato da vari finanziame­nti speso per i lavori. E altri ancora serviranno «giacché il peccato originale di questa riqualific­azione è stata la sottostima dei costi fin dalla genesi del progetto durante l’era Achille Variati» dice l’ex sindaco Francesco Rucco. Per sovrappiù «non sono ancora stati appaltati i lavori già approvati di ricomposiz­ione paesaggist­ica, per esempio, con la nuova passerella su terrapieno che dall’ingresso di via Rodolfi porterà al nuovo ingresso al primo livello della torretta» spiega ancora Notarangel­o, che punta il dito sull’idea dell’amministra­zione di centrosini­stra di una caffetteri­a «laddove nel progetto originale approvato dalla Soprintend­enza era previsto altro, spazi didattici e per conferenze».

«Bene le proposte di attività che si ispirano alle serre dei giardini della biennale di Venezia e che coincidono con i motivi ispiratori del progetto - continua Notarangel­o - ma oggi le stesse non trovano corrispond­enza con gli attuali spazi che risultano manchevoli». Il quale, nel progetto originale, era previsto all’esterno sulle strutture modulari oggi ben visibili. «L’attuale amministra­zione - attacca Notarangel­o - nella fretta di aprire in via permanente ha ipotizzato una caffetteri­a all’interno. Senza però mettere in conto difficoltà tecniche, tempi e costi». Intanto l’«abbandono» sembra essere già qualcosa in più di una sensazione.

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