Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)
Tav, appelloperPonteAlto «Eliminarelarotatoriaaraso»
Lettera di Comune, Camera di commercio e Provincia aRfi, a IricavDue e al commissarioMacello : «I lavori possono procedere per gradi»
Tav, il viadotto di viale degli Scaligeri può non essere abbattuto. Meglio: i lavori possono procedere gradualmente in modo che il tilt alla viabilità da dannoso non diventi catastrofico per l’economia e gli spostamenti in genere. È la tesi di Provincia, Comune e Camera di commerc io che , me s s a ne ro su bianco, è stata firmata ieri dal sindaco Giacomo Possamai, dal presidente della Provincia Andrea Nardin e dal presidente della Camera di commercio Giorgio Xoccato. La proposta è indirizzata al commissario straordinario Vincenzo Macello, Luigi De Amicis di Rete ferroviaria italiana e Paolo
Carmona di IricavDue.
L’idea, come anticipato su queste pagine a fine dicembre sposa l’obiettivo di «mantenere la continuità funzionale dell’asse principale, così da avere sempre in esercizio almeno una corsia per senso di marcia». È la cosiddetta «fasizzazione». La prossima settimana, intanto, è previsto un vertice tra istituzioni, Rfi e IricavDue a Palazzo Trissino.
La nuova proposta, in realtà, interviene anche su altro. «In questa nuova configurazione – si legge – viene eliminata l’ipotizzata rotatoria a raso tra viale dell’Industria, viale degli Scaligeri e via dell ’ O r e f i c e r i a , che richiederebbe una complessa cantierizzazione interferente, prima della sua chiusura, con il funzionamento di viale degli Scaligeri, nonché il previo ottenimento di una deroga normativa da parte del Consiglio superiore dei lavori pubblici». Quindi «la permeabilità tra viale dell’Industria e via dell’Oreficeria, oggi assente, ma fondamentale per migliorare l’accessibilità del quartiere fieristico e ridurre i flussi sulla rotatoria tra viale della Scienza e viale del Lavoro, verrebbe invece assicurata da una viabilità a senso unico, affiancata alla pista ciclabile di progetto».
Il progetto definitivo dell’«Attraversamento Vicenza» prevede l’abbattimento del viadotto nel quadrante di Ponte Alto per essere ripristinato dopo due anni dalla sua distruzione. Un’ipotesi insostenibile soprattutto per le categorie economiche, che vedono in quell’asse stradale un’arteria che se recisa provocherebbe conseguenze negative per i distretti produttivi che dipendono anche dal casello autostradale di Vicenza Ovest. «Preoccupazione e timore che non sono stati fugati neppure dai risultati contenuti nell’analisi trasportistica sull’impatto della cantierizzazione, prodotta da IricavDue nel novembre 2023, inducendo la Provincia a richiedere a Vi. Abilità, società che per conto di quest’ultima gestisce l’intera stradale provinciale, di procedere ad autonome rilevazioni del traffico, elaborando, ove possibile, proposte migliorative rispetto al progetto definitivo dell’asse viale degli Scaligeri-viale del Sole» si legge ancora in una missiva che di fatto richiama Rfi e IricavDue a considerare le esigenze e i desiderata del territorio con maggiore attenzione. Da tempo, continua la lettera « abbiamo espresso il forte timore che le soluzione delineate nel progetto definitivo, anche nella versione approvata (luglio 2023) e successivamente ottimizzata (settembre 2023), non siano in grado di evitare la paralisi di un quadrante fondamentale per la città» nel quale insistono autostrada, Fiera e area industriale del capoluogo.
Viadotto L’attraversamento di Vicenza della Tav prevede di abbattere il ponte per due anni