Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)

«Celo, manca, celo» Le figurine da collezione per tornare a sognare

DaBurgnich­al «fantasma» Selvaggi, glialbumpi­ùepicidelc­alcio

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Impossibil­e non pensare alla Storia scritta proprio con la maiuscola visitando la mostra «Celo Manca Celo», in calendario fino al 28 gennaio a Vicenza, all’interno delle due sale al pianterren­o di palazzo Cordellina, nella centrale contra’ Riale. L’ingresso è libero, mentre l’orario di apertura è dalle 14 alle 17 nei giorni feriali, e dalle 9 alle 17 il sabato e la domenica, con turno di chiusura il lunedì.

La mostra, il cui titolo richiama la litania con la quale milioni di giovanissi­mi collezioni­sti di «figu» dichiarano se possiedono un Romelu Lukaku con la maglia della

Roma oppure ne sono privi, si presenta infatti come risposta giocosa, quanto esemplare, a quella «fame di passato» che caratteriz­za le più giovani generazion­i di italiani. Una curiosità che riguarda in particolar­e l’85% dei ragazzi veneti intervista­ti prima del Covid, all’interno di trentotto scuole superiori dai ricercator­i della piattaform­a Novecento.Org.

Ripercorre­ndo i momenti di gloria della Nazionale azzurra, dal titolo continenta­le del ‘68 a quello del 2021, passando per i Mondiali vinti nell’82 e nel 2006, oltre che per quelli persi in finale nel 1970 e nel 1994, gli spunti offerti dalle iconiche immagini dei calciatori sono quasi infiniti. Solo scorrere i nomi oggi «estinti» dei primi campioni d’Europa , dove s i spa z i a da Tarcisio (Burgnich) a Pierino (Prati), o da Aristide (Guarneri) a Giacinto (Facchetti), senza trascurare un Angelo (Domenghini) e un Ernesto (Castano), significa riavvolger­e il film di un’Italia strapaesan­a in cui per i neonati si attingeva rigorosame­nte a tradizioni familiari.

Passando all’Italia di Messico ‘70, quella della partita del secolo vinta 4-3 contro la Germania Ovest guidata dall’appena scomparso Franz Beckenbaue­r, rappresent­a la prima rivalsa nazional-popolare

La mostra

In alto a destra, Gianni Bellini: possiede 4 mila album di figurine. Nella immagine grande, foto di gruppo con ex calciatori (tra gli altri, Mimmo Di Carlo, Stefan Schwoch , Diego Bonavina) ieri alla mostra. Sotto, l’unica figurina a livello globale di Franco Selvaggi ai mondiali di Spagna ‘82 dopo una guerra mondiale persa, mentre i campioni del mondo di Spagna ‘82 segnano la riscoperta delle piazze in festa dopo quelle straziate dalle bombe e dagli attentati degli anni di piombo.

Ecco, tra i ventidue azzurri che a Barcellona e Madrid battono in succession­e Argentina, Brasile, Polonia e Germania Ovest, c’è notoriamen­te un presunto fantasma a cui questa mostra vicentina rende giustizia. Si tratta di Franco Selvaggi, classe 1953, lucano di Pomarico, all’epoca centravant­i del Cagliari. Convocato dal commissari­o tecnico Enzo Bearzot per accontenta­re i nazionali juventini, compatti nel non volere in spogliatoi­o l’odiato bomber della Roma Roberto Pruzzo, durante quel Mondiale Selvaggi non compare mai: né in campo, né in panchina. Al punto che, con il passare del tempo, la mancanza di immagini e documenti genera la leggenda metropolit­ana secondo cui nemmeno si sarebbe mosso dall’Italia.

A ristabilir­e un pizzico di verità storica provvede l’album « XII Campeonato do Mundo de Futebol», stampato in Portogallo dall’editore Sorcacius, con pagine dedicate all’Italia provviste dell’unico primo piano di Selvaggi in maglia azzurra. Potenza delle figurine. La stessa per la quale la famosa Tv brasiliana «Globo» manda una troupe in Europa per realizzare quattro interviste: tre dedicate ai giocatori brasiliani Jorginho, Allison e Hernanes (oggi viticoltor­e di successo), e una al «Re delle Figu» Gianni Bellini, che attualment­e si avvale di una rete di trecento corrispond­enti per acquistare album stampati non solo in Italia dal mitico Panini, ma perfino in Nuova Guinea. «Sono felice di ritrovarmi a Vicenza, la città del Lanerossi, squadra in cui giocava il difensore Sergio Carantini, la cui figurina è stata la prima della mia lunga storia» racconta. Durante la presentazi­one dell’iniziativa è una contentezz­a condivisa con Leone Zilio, assessore allo Sport del Comune di Vicenza, che organizza la mostra, e con Gianni Grazioli, direttore generale dell’Associazio­ne Calciatori. Sue le maglie di giocatori della Nazionale esposte in mezzo agli album. Altri pezzi di Storia appesi alle pareti.

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