Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)
Pomari, la rabbia del comitato: nuovo sindaco stesso cemento
Concessione edilizia per realizzare un palazzo gemello a quello dell’ente camerale, i residenti tornano alla carica. «Chi fa la politica urbanistica?»
Pomari, nuovo atto. Ed è un atto politico sulla tragicommedia del «Piano particolareggiato 4», concepito negli anni Ottanta, e delle sue modifiche. Peggiorative, a sentire il comitato omonimo e gli ambientalisti. Una fetta di elettorato, quest’ultima, che a maggio ha votato centrosinistra e oggi in subbuglio, sia con la giunta sia con Agrifutura (Gruppo Incos) proprietaria e titolare dello sviluppo dell’area. Tanto che lo striscione esposto ieri, «Nuovo sindaco stesso cemento?», parla molto di più del malumore seguito alla concessione del 25 ottobre. Ossia alla firma dei titoli edilizi per costruire accanto alla sede della Camera di commercio un edificio gemello e, più piccolo, uno stabile commerciale. «Il sindaco Giacomo Possamai si deve schierare – osserva Walter Fabris, Comitato Pomari – se lui o la sua amministrazione non vogliono essere ricordati per coloro che hanno sommerso di cemento i Pomari». «Ma chi la fa la politica urbanistica in città, i costruttori o il sindaco?», una domanda rinnovata ieri ma che serpeggia almeno dal 1950 e che tornerà all’assemblea del 22 gennaio (parrocchia di San Lazzaro alle 20,45). In realtà, sulla carta, i Pomari sono sommersi nel cemento dalla genesi del Pp4 con un’intensità cresciuta con il Piruea del 2003, provvedimento che s’incrocia con la costruzione del teatro comunale in viale Mazzini, con il privato a essere lo stesso, e in viale Mazzini e ai Pomari. Il Piruea del 2003 «cancellò il Parco natura urbana previsto negli anni Novanta» ricorda il Comitato. All’epoca, va detto, alcuni degli edifici ai Pomari erano già sorti proponendo un’architettura cui l’Europa occidentale aveva rinunciato da vent’anni. Ma, fino a ottobre, si era persa memoria dell’edificio gemello di 25 metri e di quello più contenuto (meno di duemila metri quadrati) cui il Comune ha dato l’ok a conclusione di un procedimento di edilizia privata iniziato con il centrodestra e contro il quale l’ente avrebbe potuto opporsi solo per ragioni tecniche. Ragioni che non sono emerse. Ora Agrifutura ha un anno di tempo per cominciare i lavori e tre anni per concluderli dall’inizio del cantiere. Ciò che il comitato chiede a Possamai è un indirizzo politico su un affaire tecnico. La leva utilizzata è «un professarsi contrari al consumo del suolo. Ma finora non abbiamo visto nemmeno un timido tentativo». Indirizzo politico, in questo caso, significherebbe negoziare una perequazione con Agrifutura, costosissima anche alla luce degli oneri di urbanizzazione che il privato paga da anni e che il Comune dovrebbe rifondere. Una pereq u a z i o n e a n c o r a , c h e vedrebbe il consenso al privato a costruire in un’area già urbanizzata in cambio del verde in uno dei lotti intonsi dei Pomari. Anche qui il termine «intonso» è sulla carta perché tra i lotti rientrano i 3A e 3B a fianco dell’attuale Emisfero, parte integrante del parco commerciale Pomari realizzato solo in parte. Nel 3A e 3B dovrebbero trovare posto due centri commerciali. Nel 2023 il comitato di Valutazione impatto ambientale si è espresso a favore del privato vincolandolo a un così ampio ventaglio di condizioni che a oggi è tutto fermo. Un modo di dire «no» dicendo «sì», traducendo di fatto un segnale politico che Palazzo Trissino, per esempio, non ha mai avuto il coraggio di prendere. Da decenni.
Lavori
Agrifutura ha un anno per cominciare i lavori e tre per concluderli dall’inizio del cantiere
questo modo i problemi erano due e ho quindi deciso di dirlo al mondo. Per me la risalita è avvenuta in tre tappe, ovvero la paura iniziale, l’accettazione e infine la rivincita e quello che non avevo avuto il coraggio di fare da sano l’ho fatto da malato: 3,8 chilometri di nuoto, 180 di bicicletta e 42 di corsa». Il 25 settembre 2022 Stefano Ruaro è passato alla storia come il primo italiano affetto da Parkinson ad aver completato un Ironman (la gara triathlon più impegnativa al mondo), mentre lo scorso novembre ha partecipato ai campionati mondiali di triathlon cross: 1,5 chilometri di nuoto nel lago di Molveno, 32 di mountain bike e 10 di trail tra le Dolomiti. «Per qualificarmi ai mondiali avevo la fortuna di dover solamente portare a termine una gara del circuito mondiale - prosegue -. Per tutti gli altri invece è necessario piazzarsi su un podio, e mio figlio era lì con me: lui fino a 19 anni giocava a calcio e non aveva mai
Casi in aumento
Nel Vicentino sono duemila gli ammalati Il paziente più giovane è nato nel 2001