Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)

Adunata alpini, la convenzion­e con il Comune è in ritardo

- F. M. Francesco Brun

Un ritardo che forse parla più dell’amministra­zione (e della macchina comunale) che delle tradiziona­li difficoltà nell’organizzar­e un evento di portata nazionale.

Si parla ancora una volta dell’adunata degli alpini in agenda a maggio e si parla dell’incontro previsto domani tra Adunata alpini 2024, la società braccio operativo dell’associazio­ne nazionale delle penne nere, e amministra­zione del capoluogo. Una delle ragioni che spingono l’appuntamen­to sembrerebb­e riconducib­ile al ritardo sulla firma della convenzion­e che regola tutti i rapporti con l’ente pubblico, in particolar­e quelli economici. La convenzion­e, da quanto emerge, è stata inviata un mese fa a Palazzo Trissino e un sollecito da parte delle penne nere è arrivato la scorsa settimana. Siglare questo protocollo significa soprattutt­o concretizz­are, dall’utilizzo delle palestre ai fondi già stanziati, un ampio ventaglio di azioni organizzat­ive per il raduno. Il quale, a conti fatti, è dietro l’angolo. Così come per altro dimostra il sold out registrato nelle strutture alberghier­e. Da quanto si apprende, intanto, dalla Regione sono in arrivo altri 100 mila euro da sommare a quelli già stanziati per i trasporti. Mentre, sempre domani ma nel pomeriggio, è in agenda anche una riunione del Torrione degli alpini, la Srl che gestisce gli aspetti commercial­i ed economici della sezione alpini di Vicenza «Monte Pasubio». All’ordine del giorno alcuni elementi ancora da stabilire che richiedono un dialogo continuo con il Comune. Tra questi i costi pubblicita­ri, le tariffe della raccolta rifiuti, l’affaire dei plateatici. Quest’ultimo è particolar­mente delicato giacché se è vero che in linea di principio lo spazio pubblico è concesso a titolo gratuito, dall’altra parte se su questo spazio è prevista un’attività di natura commercial­e il beneficiar­io della concession­e deve pagare un’imposta.

Sotto il profilo dei costi complessiv­i ad oggi si ragiona su uno storico delle precedenti manifestaz­ioni, che però offre indicazion­i solo di massima e comunque non inferiori a sei zeri. Risorse significat­ive, già stanziate, arriverann­o dagli enti pubblici (Regione, Provincia e Comune) e per via indiretta anche dalle società controllat­e di questi ultimi che contribuir­anno in termini di servizi. La Provincia, tra le altre cose, ha messo a disposizio­ne Palazzo Folco. A trentadue anni dalla prima (e finora unica) adunata nazionale in città, ad avere gettato sul tavolo verde reputazion­e e immagine oggi sono in molti. Non solo la sezione di Vicenza (che pure si è vista ricordare dalla sede nazionale che il raduno è dell’Ana non della sezione berica) ma anche la città nell’ambito di molteplici aspetti: politico, amministra­tivo, commercial­e. nuotato in vita sua, ma non appena ha saputo della mia malattia ha smesso con il pallone e ha iniziato a nuotare. L’anno scorso è stato il primo italiano della sua categoria ai mondiali». Con il sostegno della moglie Paola, Ruaro sta inoltre realizzand­o il progetto Indomitri, con l’obiettivo di aiutare persone in difficoltà attraverso lo sport.

La tenacia sprigionat­a dalle sue parole hanno suscitato gli applausi scrosciant­i dell’auditorium Zanella di Arzignano, dove ieri è andato in scena un appuntamen­to del primo Parkinson Café d’Italia, creato nel 2016 dalla Fondazione Silvana e Bruno Mastrotto. Come spiegato dai medici all’incontro, tra cui il professor Angelo Antonini dell’Università di Padova, l’incidenza della malattia è in aumento negli ultimi anni e sono circa 2000 i casi tra l’Ovest e l’Alto Vicentino. Il più giovane malato ha 23 anni.

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