Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)

Metal, rock e rabbia Gli Endless Harmony

Esce «Emerge», il nuovo album della band veronese. «La gente torna ad ascoltare lamusica dal vivo»

- Francesco Verni

Tra il metal e l’alternativ­e rock, gli Endless Harmony hanno iniziato alla grande il nuovo anno portando la loro musica all’estero in un mini tour che ha toccato anche Budapest e Sofia. Il gruppo veronese, attivo dal 2010, dopo «Hyperspace» del 2016 (e il disco di cover «Home Recordings» del 2018) è uscito con il secondo disco di inediti «Emerge», «risorgere » , che racconta con un sound più duro la necessità di uscire, con ogni sforzo, anche dai momenti peggiori. La frontwoman, l’italo-dominicana Pamela Pérez, racconta storia, progetti e sogni della band.

Il sound «Emerge» si è fatto più pesante e cupo, come mai questo cambiament­o?

«Questo cambiament­o è sicurament­e dovuto alle influenze musicali dei nuovi membri del gruppo, ma anche alla volontà della band di creare un qualcosa che rappresent­asse al meglio noi stessi e le tematiche trattate in modo che sound e contenuti fossero in qualche modo coerenti tra loro».

Che argomenti avete voluto affrontare in «Emerge»?

«Gli argomenti trattati nel disco sono molteplici, alcuni più delicati di altri. I brani parlano infatti di depression­e, rabbia, malattia mentale ma anche di volontà di emergere dalle proprie difficoltà, di sconfigger­e i propri demoni e affrontare i momenti bui a testa alta senza scoraggiar­si».

Siete di ritorno da una mini tour europeo, che esperienza è stata?

«È stata un’esperienza magnifica! È sempre bello per noi suonare dal vivo e siamo grati di averlo potuto fare anche al di fuori dei nostri confini nazionali. È stata sicurament­e anche un’esperienza formativa e siamo contenti di poter fare tesoro di questo

tour».

Il compliment­o più bello che vi hanno fatto durante questo tour e chi lo ha fatto?

«Una ragazza che faceva da fonico del live di Budapest alla fine del concerto ci ha detto che le abbiamo riacceso la motivazion­e per fare il suo lavoro».

Una vita «rock» è ancora possibile?

«Se per vita rock si intende vivere di musica propria perseguend­o la propria passione, sicurament­e sì, ovvio che è un tipo di vita non adatto a tutti e per la quale bisogna spesso scendere a compromess­i».

Secondo voi il fatto di essere

una rock band italiana, come i Måneskin, è una cosa che può aiutare a farvi conoscere?

«Per quanto alcuni di noi non siano grandi fan dei Måneskin bisogna riconoscer­e che anche grazie a loro la musica rock italiana sta ritornando in voga e non può che essere una cosa positiva».

Guardate ai Måneskin come un punto di riferiment­o per la strada che hanno compiuto? Invidiate qualcosa a questa band?

« Aldilà delle preferenze personali penso che possano essere un punto di riferiment­o per noi nonostante i generi proposti siano comunque diversi. Ovviamente invidiamo la loro capacità di riuscirsi a vendere bene e la loro commercial­ità nonostante suonino rock, genere oggi per molti dato per morto».

La scena veronese come è cambiata dalla vostra fondazione?

«Oggi notiamo un maggiore volontà da parte delle persone di venire ai concerti e ascoltare musica originale. Una cosa probabilme­nte dovuta anche al fatto di aver affrontato la pandemia e i conseguent­i lockdown».

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Gli Endless Harmony hanno portato la loro musica in un mini tour che ha toccato anche Budapest e Sofia
In tour Gli Endless Harmony hanno portato la loro musica in un mini tour che ha toccato anche Budapest e Sofia

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