Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)
Pistadabob, ilverdettosullagara el’azzardosui tempidicostruzione
Cortina, oggi scadeilbandoper l’impianto «light»: amarzo2025dovràesserecollaudato
Vancouver 2010: tre anni. Sochi 2014: tre anni e mezzo. PyeongChang 2018: due anni. Pechino 2022: due anni e otto mesi. E Cortina? Un anno o poco più per la prima messa in funzione. Molto meno di metà tempo rispetto ai cinesi, famosi in tutto il pianeta per la loro stupefacente velocità nella costruzione delle opere pubbliche. La pista da bob delle Olimpiadi 2026 come un tavolo della roulette: si gioca d’azzardo. È ciò che sembra suggerirci la storia degli ultimi anni sui tempi di realizzazione degli sliding centre per i Giochi: minimo 24 mesi. Serve un miracolo, bisogna affrontare una corsa a perdifiato. E c’è lo sparo dello starter. Sempre che si materializzino i concorrenti.
Andiamo con ordine: oggi a mezzogiorno scadono i termini della nuova gara d’appalto per la pista di Cortina. È la famosa versione light (e last minute) del progetto voluta con forza da Matteo Salvini, ministro competente, e dal presidente Luca Zaia, che vede in questa operazione la via per salvare la Regina delle Dolomiti e il Veneto tutto da un deprimente depotenziamento dei Giochi, con lo spostamento altrove di bob, slittino e skeleton. Il tentativo verte sul mantenimento della base d’asta, 81,6 milioni, e l’abbassamento dei costi a carico delle imprese, grazie al fatto che viene stralciato il lotto relativo al museo e viene ridotta una serie di interventi accessori su parcheggi, area boschiva, tribune. Basterà a convincere le imprese a partecipare? La prima gara, nel luglio dello scorso anno, andò deserta, ed andò male anche la successiva trattativa privata con le imprese portate al tavolo della società appaltante, che poi è la Simico, il braccio esecutivo del ministero delle Infrastrutture per tutte le opere delle Olimpiadi. Allora si trattò di Webuild (la ex Impregilo) e di Pizzarotti, i campioni nazionali delle costruzioni; si parlò anche di un (breve) interessamento della svizzera Implenia.
Adesso i pronostici della vigilia puntano su una fumata bianca: nelle scorse settimane la principale indiziata è stata Pizzarotti, che però si è ben guardata dal fornire conferme ufficiali alla sua intenzione di partecipare alla nuova gara. Da Roma è filtrato un cauto ottimismo, alimentato anche da piccoli segnali, come le diciannove richieste di chiarimenti avanzate dalle imprese a Simico (in forma anonima) sul bando. Oggi comunque si saprà la verità, almeno sull’esistenza di una o più offerte. Giovanni Malagò, il presidente del Coni, ieri ha ricordato le tappe: se dalle buste dovesse uscire un’azienda, la tabella di marcia prevede «il 22 gennaio l’assemblea dei fondatori di Milano Cortina e il 30 il cda della Fondazione. Se il cda approva, a quel punto sarà mio onore e onere andare al Cio per verificare la decisione presa a Mumbai».
In India la sentenza era stata ben diversa: la pista da bob, considerate le difficoltà italiane, andava dirottata altrove, con la svizzera St. Moritz pronta a cogliere l’occasione. E conseguentemente, la Fondazione ha avviato in questi mesi una procedura competitiva con tutte le località estere interessate. Il Cio quindi andrà al braccio di ferro con il governo Meloni? Difficile che avvenga, anche se è teoricamente in suo potere avocare i verdetti sull’allocazione del programma olimpico. Con ogni probabilità, prenderà atto della novità su Cortina, qualora la gara dia esito favorevole. E poi sorveglierà con la massima attenzione. Perché c’è una data da far rispettare senza ulteriori proroghe, ed è quella di metà marzo 2025: entro quel termine la pista «nuda», almeno quella, deve essere ghiacciata e pronta per essere percorsa dagli atleti che la proveranno per un primo collaudo, assolutamente necessario per eventuali modifiche al servizio della sicurezza. A ottobre 2025 poi dovrebbe svolgersi il primo test event. Quindi i tempi fissati dal capitolato dalla gara, 625 giorni dall’assegnazione dell’appalto, sono più teorici che pratici. La verità è che la pista dovrà essere funzionante a poco più di un anno dall’avvio del cantiere, che si spera possa partire già a febbraio. Cioé con una rapidità a cui in Italia non siamo mai stati abituati.