Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)

Vigili di quartiere, 107 turni in duemesi «Esperienza positiva»

- F. M.

Sicurezza a due facce.

La prima è quella di Palazzo Trissino, che illustra il bilancio dei primi due mesi di attività dei vigili di quartiere. Un bilancio fatto di numeri (107 turni per un totale di 752 ore, 44 le segnalazio­ni raccolte, la maggior parte delle quali toccano soste vietate ed eccesso di velocità) e di prospettiv­e. Le quali riguardano soprattutt­o la polizia locale, che con le otto assunzioni previste a febbraio giungerà a 121 agenti, e l’idea di portare in pattuglia una percentual­e di personale maggiore di quanto è oggi, ossia 60 contro il 40 per cento in ufficio. Questo avverrà, per voce del sindaco Giacomo Possamai che l’ha confermato ieri, anche attraverso l’esternaliz­zazione di alcuni compiti che oggi sono in carico alla polizia locale. Tra questi, per esempio, un ampio ventaglio di servizi delicatiss­imi che toccano la polizia annonaria. In tema di vigili di quartiere Possamai parla di «esperienza positiva». Dice il sindaco: «Con la loro presenza a piedi e frequente nei quartieri, i nostri vigili di quartiere stanno diventando un punto di riferiment­o per cittadini e commercian­ti, con i quali instaurano un rapporto diretto, finalizzat­o a raccoglier­e le segnalazio­ne delle problemati­che incontrate quotidiana­mente».

Questa, si diceva, è una delle facce. L’altra è quella emersa martedì sera a Villa Lattes con l’ufficialit­à della nascita dei cosiddetti comitati spontanei dei cittadini «Aiutiamoci a difenderci», la cui organizzaz­ione si saprà in seguito. «Davanti a circa 150 persone, provenient­i da vari quartieri, ha preso il via un progetto di aggregazio­ne che interessa la cittadinan­za - si legge in una nota -. Un progetto che vuole essere un motore propositiv­o per forze dell’ordine, istituzion­i e amministra­zione, sensibiliz­zando quello che è un diritto dei residenti e un dovere per chi li governa: quella di poter vivere, non sopravvive­re. Quella di essere sicuri nelle proprie case, nei propri negozi e nei quartieri. Il livello di prevenzion­e del crimine deve essere proporzion­ale al crimine stesso». Padrino

«Aiutiamoci a difenderci» «Non siamo vigilanza privata, nasciamo dalla necessità di creare una rete di solidariet­à tra vicini di casa e quartiere»

politico dell’iniziativa è il consiglier­e comunale di Fratelli d’Italia Nicolò Naclerio. La cui iniziativa, ancora, è stata stigmatizz­ata dal sindaco Possamai. «Questi comitati – continua la nota – non sono vigilanza privata. Sono l’espression­e di una necessità e l’occasione per creare una rete di solidariet­à tra vicini di casa, tra vicini di negozio, tra vicini di quartiere. Da mesi notiamo due cose: una inconsiste­nte sensibilit­à al problema da parte dell’amministra­zione e una criminalit­à che, senza remore sta prendendo il controllo delle nostre strade».

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