Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)

Vicenzaoro, lePmitemon­olafrenata «Mal’esterocifa­ràcrescere­ancora»

Viaall’edizionede­isettant’anni, poiilavori­perrifarei­padiglioni. DagliUsaar­rivaunnuov­oevento

- Francesco Brun Mauro Della Valle

VICENZA Dopo un 2023 brillante, le aziende orafe temono un 2024 in frenata. È il doppio clima, a cavallo tra ottimismo e preoccupaz­ione, che si respirava ieri all’apertura dell’edizione di gennaio di Vicenzaoro, il salone di Ieg, la società di gestione delle fiere di Rimini e Vicenza, in programma fino a martedì alla fiera di Vicenza. Edizion e , c o n 1 . 3 0 0 ma r c h i espositori, per il 40% esteri, e 600 buyer internazio­nali, che segna il 70 esimo anniversar­io della manifestaz­ione, nata nel 1954, la più longeva tra quelle di riferiment­o, con Las Vegas e Hong Kong.

A conforto, i numeri di consuntivo dell’inchiesta di Club degli Orafi e Direzione ricerche di Intesa Sanpaolo, realizzata tra novembre e dicembre scorsi, presentata in avvio del salone. L’orafo italiano conferma un’elevata competitiv­ità internazio­nale e nel 2022 è stato il primo esportator­e europeo, con 10 miliardi di euro e un fatturato di 13. Nei primi nove mesi 2023, con domanda mondiale stabile, l’export si è attestato a 6,8 miliardi di euro, +12% in valore e ancora un + 0,9% in quantità. In più la ricerca mostra un aumento al 44%, rispetto al 39% di giugno, delle aziende intervista­te che dichiarano ricavi in crescita.

In questo contesto il distretto di Vicenza gioca un ruolo centrale, come uno dei tre, con Valenza e Arezzo, che fanno il 68% dell’export e il 60% degli occupati italiani, registrand­o sull’export un +2,7% nei primi nove mesi 2023, a 1,5 miliardi di euro, dopo i 2,1 totalizzat­i nel 2022. Se alcuni mercati tradiziona­li, come gli Usa, Gran Bretagna e Germania, calano, Vicenza si espande in Svizzera, a Hong Kong e negli Emirati Arabi, e segna un boom in Turchia. «C’è lì una forte domanda di gioielli in oro - spiega la ricerrale

catrice di Intesa, Stefania Trenti -. Con l’inflazione all’80% al mese molti si mettono al riparo anche così. E non si può negare che, con la guerra in Ucraina, la Turchia abbia rafforzato il ruolo di Paese-snodo verso la Russia, tradiziona­le sbocco del settore vicentino». La chiusura dei rapporti con la Russia, dice Trenti, non è stato problema insormonta­bile: «C’è stata grande capacità di riposizion­arsi».

I timori, semmai, dopo il biennio d’oro 2022-’23, si colgono sul 2024, con i rischi di rallentame­nto anche nelle attese degli operatori, con maggior prudenza soprattutt­o tra le imprese più piccole, mentre tra le medio-grandi permane un 50% degli interpella­ti della ricerca che si aspetta fatturati in crescita. «La gioielleri­a italiana è tra i settori che cresce di più sui mercati esteri. Nonostante preoccupaz­ioni geopolitic­he e quadro economico, c’è ottimismo di fondo anche per il

2024», dice il presidente di Ice, Matteo Zoppas». «Abbiamo solo bisogno di stabilità - commenta Piero Marangon, presidente degli orafi di Confartigi­anato Vicenza e Veneto -. Per quanto riguarda questa edizione, ce l’aspettiamo in crescita per ordini e fatturati».

In questo contesto, la fiera di Vicenza ha dato un contributo decisivo, con Vicenzaoro. «Settant’anni di attività hanno creato quello che oggi stiamo vivendo: quei numeri sono passati di qui - ha detto Augusto Ungarelli, delegato al Centro Studi Club degli Orafi, restituend­o in modo concreto il valore del salone per il settore -. L’intero mondo orafo è stato tante volte a Vicenza, queste mura sono state fondamenta­li per la crescita del prodotto italiano e il confronto tra addetti ai lavori».

L’anniversar­io s’incrocia con i lavori di ristruttur­azione dei padiglioni che inizierann­o subito dopo Vicenzaoro, in un piano d’investimen­ti da 61 milioni di euro. «Cifra - ha affermato il sindaco di Vicenza, Giacomo Possamai -, che è un chiaro messaggio da parte di Ieg al territorio vicentino». «Vicenzaoro rappresent­a un’eccellenza industrial­e e artigianal­e planetaria. Dal punto di vista struttudev’essere all’altezza delle altre esposizion­i internazio­nali», ha ribadito il presidente di Ieg, Maurizio Renzo Ermeti. I cantieri, durata due anni, dopo le demolizion­i, realizzera­nno un nuovo padiglione a due piani di 22 mila metri quadri, col 15% in più di spazio espositivo. Almeno 300 stand di Vicenzaoro saranno sistemati in tre tensostrut­ture.

«Mi chiedo se saranno garantite le condizioni, anche di sicurezza, della manifestaz­ione - dice tra i padiglioni Jacopo Stefani, dell’omonima azienda vicentina -. Soprattutt­o mi auguro che poi i nuovi spazi non vengano riservati solo ai grandi brand » . Diverso avviso per Tranquillo Loison di Linea Italia, altra storica azienda vicentina: «Non vedo alternativ­e alle scelte di Ieg. La cosa importante è che i lavori finiscano davvero in due anni e non si prolunghin­o: sarebbe penalizzan­te».

Ma intanto il clima tra gli stand è positivo, e il focus è orientato ad attirare buyer e ordini, come sottolinea Chiara Carli di Pesavento: «Ho riscontrat­o serenità come non si vedeva da tempo, da ben prima del Covid; le premesse perché questa sia un’altra edizione da record ci sono tutte».

E nella chiave, come ha detto la presidente nazionale di Confindust­ria Federorafi, Claudia Piaserico (Fope) di fare di «Vicenza un hub del mondo orafo, dove anticipare tendenze, fare informazio­ne e formazione», è arrivato ieri l’annuncio del nuovo appuntamen­to che arriverà in fiera, « The Vicenza Symposium». Porterà ogni due anni i massimi esperti di nuove tecnologie delle macchine per orafi. L’evento negli ultimi trent’anni si è svolto negli Stati Uniti.

L’annuncio Dall’America giunge a Vicenza l’evento biennale per gli esperti delle tecnologie orafe

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Lusso Operatori tra gli stand di Vicenzaoro: il settore orafo italiano è tra quelli in crescita all’estero

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