Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)
Federica, lacoachdell’ordine «Fatespazionegliarmadi porteretechiarezzaanche nellevostreemozioni»
BRENDOLA Parola d’ordine: chiarezza. Federica Ceron, vicentina di Brendola, praticamente cittadina del mondo, non ne ha fatto solo uno stile di vita, ma anche una professione. Dopo una carriera di imprenditrice - nel 2011 ha fondato la sua prima società e nel 2013 ha realizzato una linea di orologi e accessori - ha deciso di dare una svolta ad una vita che le stava regalando molte soddisfazioni, ma anche sensazioni di vuoto, sia dal punto di vista lavorativo che umano. E così ha scelto di intraprendere un percorso di ricerca e rinascita che l’ha portata a scoprire la sua identità: l’amore per la «pulizia emozionale». Un concetto che, una volta fatto proprio, ha deciso di mettere a disposizione degli altri, formandosi come «coach» e ideando un vero e proprio metodo: il «Clarity Cicle», che ha lo scopo di aiutare le persone, le donne in particolare, a togliere pesi e zavorre dai propri armadi, dalle proprie esistenze. Armadi, cassetti, ripostigli, case, spesso colmi di oggetti che in realtà non fanno più parte della nostra vita e che, senza che ce ne rendiamo conto, ci soffocano. Eppure, non siamo, quasi sempre, capaci di liberarcene a liberarci delle cose, così come delle relazioni, che non ci rispecchiamo, ci spengono poco a poco, fino a diventare tossiche. Fare spazio negli armadi diventa la chiave per fare spazio nella propria vita e fare entrare la luce. Un percorso che, Federica Ceron, autrice tra l’altro di pubblicazioni sul tema, aiuta ad intraprendere nel suo ruolo di «clarity coach», attraverso seminari e webinar di grande successo – è autrice anche del libro «Chiarezza. La bellezza interiore riscoperta tra i propri armadi» - in risposta ad una sempre più crescente domanda da parte di un pubblico eterogeneo: incontri mensili gratuiti, dedicati a chi vuole sciogliere le «catene» dell’accumulo e degli acquisti sregolati.
Come ha iniziato l’attività di clarity coach?
«Il mio percorso professionale nasce dall’unione tra le conoscenze e le esperienze di vita personali con quelle di tante donne che ho incontrato: un mix tra mental e life coach, che si abbina alla potenza dell’energia che è in ognuno di noi. Riordinare significa portare chiarezza nelle emozioni, nei nostri stati d’animo, nel nostro modo di essere, arrivando all’essenza che è la nostra identità. Togliendo, quindi, tutto ciò che non siamo, che è superfluo, inutile, per arrivare ad essere, nella serenità, nell’armonia, chi siamo veramente».
Lei parte proprio guidando le persone a fare un riordino del proprio armadio, dei propri cassetti.
«Concretamente sì. Lavoriamo anche con gli armadi ed i cassetti, più in generale con tutti gli ambienti in cui viviamo: la casa, l’ufficio, la soffitta, il garage, la cantina, per vivere, contemporaneamente questo lavoro interiore: comsenza prendere cosa ci accade dentro, mettendo a posto fuori. Le “cose”, che poi sono relazioni, emozioni, situazioni, esperienze».
Da dove si comincia? Apro l’armadio e…?
«Metto il primo abito con cui mi sento me stessa, nel quale mi sento bene e non me lo tolgo finché non ho tirato via dall’armadio tutti gli altri che non mi fanno vivere le stesse emozioni».
Sembra facile, ma non lo è affatto. Come si può riuscire?
«Il click è uno schiocco di dita, ma va allenato, preparato e, comunque, deve partire da un atto di coraggio: la decisione di voler lavorare su se stessi, di decidere di dedicarsi del tempo. Bastano 5 minuti al giorno, all’inizio, che diventano 10 e via, via, fino a che non realizziamo di quanto tempo abbiamo bisogno. Questo percorso inizia quindi con un atto di coraggio, di volontà precisa, ma non può avere successo la perseveranza. Quello che io definisco ‘”attaccamento alla vita”, nel realizzarsi, nel fare. Dobbiamo trovare la nostra parte migliore, quella che è il nostro centro, che ci ricorda che esistiamo, e poi si entra in condivisione con gli altri. Serve tempo, non fretta, non è un: butto fuori tutto dall’armadio e risolvo la mia vita. Troppo facile, soprattutto sbagliato. La chiave è: prendo in considerazione l’armadio e lo valuto pezzo per pezzo, perché è lo specchio della mia vita, la mia carta dio identità, racconta di me. Quindi, ci può essere qualcosa che può attendere di essere allontanato per sempre, ma c’è bisogno di tempo, di consapevolezza. Quindi, niente decisioni prese sull’onda di uno stato emotivo, di una giornata. È la consapevolezza che ci salva dal riaccumulare».
Un consiglio per tutti quelli che sono davanti ai loro armadi.
«Dedicate un po’ di tempo, tutti i giorni, alla riflessione: nell’armadio c’è il vostro curriculum, c’è tanto di ciò che siete. Metteteci le mani dentro, un po’ come si faceva da piccoli, quando si andava a nascondersi tra i vestiti, a rifugiarsi negli armadi, che diventavano luogo di cura e protezione. Pensate all’armadio come la “casa” delle vostre esperienze. Guardate chi eravate e chi siete oggi e festeggiate tutti i traguardi che trovate dentro al vostro armadio».
"Ceron Dedicate un po’ di tempo, tutti i giorni, alla riflessione: nell’armadio c’è il vostro curriculum, c’è tanto di ciò che siete