Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)
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Inaugurato ieri a Romano d’Ezzelino uno spazio-rifugio fortemente voluto daOtb Foundation. Le prime famiglie arriveranno già domani
Arriveranno già domani le prime donne, con i loro bambini, nella casa rifugio di secondo livello a San Giacomo di Romano. Un luogo dove le ospiti avranno l’opportunità, accanto a professionisti, di sperimentare intraprendenza e anche il reinserimento nella società. La struttura è stata inaugurata ieri: c’erano il sindaco Simone Bontorin e l’assessore Giambattista Ronzani, Otb Foundation con Renzo Rosso e Arianna Alessi, l’associazione Sichem, la Rete Pedemontana Antiviolenza e la parrocchia. Quella di Romano è la 31esima casa rifugio in Veneto, a cui si aggiungono i 26 centri antiviolenza e 41 sportelli. «Una rete che continua a crescere, a fortificarsi, che oggi dà una risposta – afferma l’assessore regionale Manuela Lanzarin – Anche se questa non è ancora la risposta ottimale, purtroppo quest’anno lo abbiamo capito e vissuto da vicino con le morti di Giulia Cecchettin e Vanessa Ballan». Il fenomeno della violenza sulle donne è ben presente in Veneto, tanto che per il 2022 si parla di 6.000 contatti nei centri antiviolenza in regione, di cui il 25% ha avuto un accesso al pronto soccorso e il 36% ha denunciato. «Dobbiamo sicuramente rafforzare questi presidi, lavorare in rete con i protocolli della Regione – continua Lanzarin – che sono presenti nelle 9 aziende sanitarie del Veneto. In questo momento stiamo attivando anche un nuovo corso di formazione rivolto non solo all’interno, ma anche a medici di medicina generale, forze dell’ordine, avvocati e farmacie». Importante, poi, è agire in aiuto di queste donne subito dopo la gestione dell’emergenza. E la nuova casa rifugio, che può ospitare fino a quattro nuclei familiari ( una dozzina tra mamme e bambini) ha proprio la funzione di ridare dignità alle vittime di violenza.
Fondamentale nella realizzazione di questo progetto è stata la Otb Foundation. «Da sei anni che sosteniamo il progetto Mai Più, servizio di aiuto tramite il quale offriamo consulenza psicologica e legale gratuita alle donne vittime di violenza. Questo servizio, sempre attivo, è per noi anche un osservatorio sul nostro territorio, che ha visto aumentare di anno in anno le richieste di aiuto con una riduzione dell’età media delle donne – commenta la vicepresidente Alessi - Con il numero crescente di richieste e quindi di ospitalità, si è resa necessaria la ricerca di un ampio spazio per accogliere più donne possibile. Quando è stato identificato questo appartamento non abbiamo esitato a dare il nostro contributo per renderlo agibile in poco meno di 2 mesi. È stato un bel lavoro di squadra e ringrazio tutti quanti vi hanno partecipato. Si tratta di un intervento concreto che mette al centro le donne, oggi più che mai, vittime di violenze di vario tipo» . Valeria Martinelli, presidente di Casa Sichem, aggiunge: «La nascita di questo progetto è strettamente collegata alla lettura del dato statistico che registra un accesso costante ai servizi della rete antiviolenza di 250 donne all’anno e nei casi di maggiore vulnerabilità è necessario il collocamento in strutture di protezione, le case rifugio di primo livello». E ancora: «Al termine della presa in carico emergenziale, si rende necessario proseguire con una accoglienza di secondo livello, al fine di supportarle verso la sperimentazione della propria autonomia e al contempo rendere disponibili gli spazi delle case rifugio di primo livello a nuovi accessi e nuove emergenze».