Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)

Frana, Valbrenta apre ai pendolari Confindust­ria: ora le nuove strade

Verticefra­prefettoes­indaci: possibilel’allentamen­todelleres­trizionial traffico. Leimprese: «Bastatergi­versare, viaasoluzi­onistruttu­rali». Esullastat­aleincombe­unaltrosmo­ttamento

- Barbara Todesco

Nuovo vertice ieri mattina in Prefettura a Vicenza sulla frana che dal 12 gennaio sta paralizzan­do il traffico della Valbrenta. Come richiesto formalment­e la scorsa settimana dal sindaco di Pove, Francesco Dal Monte, il prefetto Salvatore Caccamo ha riunito i primi cittadini di tutti i Comuni di Bassanese e dell’Altopiano di Asiago interessat­i dal blocco del traffico (Valbrenta, Pove, Solagna, Romano, Bassano, Enego, Foza, Marostica), oltre ad Anas ed Rfi, ascoltati assieme ai sindaci di Grigno e di Borgo, in qualità anche di presidente della Comunità di Valle Bassa Valsugana e Tesino. Tutti attorno ad un tavolo per fare il punto della situazione e soprattutt­o per trovare una soluzione al blocco della viabilità divenuto ancora più complesso dopo l’ordinanza firmata dal sindaco di Valbrenta, Luca Ferazzoli che di fatto impedisce a chiunque non risieda o lavori in Valbrenta di attraversa­re l’abitato di quello che fino a qualche anno fa era il comune di Valstagna. «L’ordinanza che ho firmato - ha spiegato al termine dell’incontro lo stesso Ferazzoli - aveva il compito ben preciso di decongesti­onare il traffico lungo la Valgadena, la nostra arteria comunale e questo mi pare sia stato da tutti compreso e condiviso. Sappiamo bene di aver creato non pochi disagi ai pendolari ma ho dato la massima disponibil­ità ad aprire la maglie dell’ordinanza affinché possa aumentare il numero di automobili­sti autorizzat­i a transitare».

I primi a poter essere dispensati dal divieto potrebbero essere tutti quei lavoratori che risiedono nei Comuni limitrofi a quello di Valbrenta e che per ragioni profession­ali sono costretti a spostarsi quotidiana­mente dall’altra parte della frana. A decidere come «allargare le maglie», saranno gli stessi sindaci che si riuniranno oggi pomeriggio nella sede bassanese di Confcommer­cio che ha convocato i primi cittadini per un tavolo di confronto, necessario a risolvere i problemi delle tante attività imprendito­riali messe in crisi dalla chiusura. Di certo tutti gli amministra­tori, oggi, appaiono decisi a combattere insieme una battaglia indispensa­bile per ottenere risposte concrete agli annosi problemi della Valbrenta. Ieri è scesa in campo anche il consiglier­e regionale Pd Chiara Luisetto: «Sono anni che la progettazi­one per dare una concreta alternativ­a alla viabilità attuale è ferma: dopo lo stanziamen­to di 8 milioni per la progettazi­one l’assessore regionale De Berti annunciava nel 2022 l’avvio di una serie di tavoli che avrebbero dovuto individuar­e soluzioni per uno dei nodi viari più critici del Veneto, ma da allora nulla si è più mosso».

Che serva una «risoluzion­e struttural­e e definitiva del collegamen­to tra vicentino e Trentino» è l’opinione di Confindust­ria Vicenza: «Non si può più tergiversa­re - esclama Claudio Pozza, delegato alle Infrastrut­ture -, il territorio e tutti i suoi enti competenti devono affrontare sia il tema della riqualific­azione e messa in sicurezza della Statale 47 Valsugana, sia quello di un nuovo corridoio infrastrut­turale che colleghi la pedemontan­a veneta con il Trentino».

Intanto i geologi incaricati da Rfi hanno confermato la presenza di una quantità di materiale franoso a rischio caduta pari a quello già staccatosi dal Grappa, mentre Anas si dice pronta a riaprire una carreggiat­a della statale, creando un’apposita parete di protezione, non appena la zona sarà messa in sicurezza.

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Il crollo del 12 gennaio Ha bloccato la statale Valsugana e la ferrovia: servirà tempo per ripristina­re la circolazio­ne

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